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Frecce Tricolori, domani le 50 candeline. Buon compleanno

10 Set

Domani a Rivolto l’evento: il programma

Le “porte” dell’aerobase di Rivolto si apriranno alle 7.30 del mattino, mentre lo spettacolo inizierà alle 10.30 sabato e alle 11 domenica. Tutto sarà finito verso le 17.30. A Rivolto gli organizzatori (è previsto l’arrivo di 400-500 mila persone) hanno invitato gli appassionati a visitare il sito dell’aeronautica o a telefonare al numero verde 800 313 050 per tutti i problemi. «Tutti – ha spiegato il portavoce delle Frecce, maggiore Andrea Saia – evitino di portare in base oggetti strani, bombole o altro materiale per i pic-nic. Troveranno tutto all’interno dell’aerobase».

A Rivolto sono stati forniti oggi tutti i dati tecnici: a partire dai due mega-parcheggi (Basiliano e Rivolto) da 20mila macchine ciascuno «attrezzati di tutto punto» dove chiunque arriverà potrà lasciare la macchina in sicurezza per essere portato alla base con un servizio di bus-navetta». La Regione e Ferrovie hanno altresì organizzato un servizio di collegamento con le stazioni ferroviarie di Udine e Basiliano con 23 treni speciali. «L’obiettivo – ha detto Frasson – è quello di far entrare a piedi gli spettatori senza far loro perdere un minuto ed evitare inutili ingorghi».

(Segue ne Il Gazzettino→)

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MILANO – Compleanno straordinario per le «Frecce Tricolori». Mezzo secolo è trascorso dalla loro nascita e nel cielo friulano di Rivolto (Udine), domani e domenica una grande festa internazionale segnerà lo scoccare dei cinque decenni. A dare spettacolo ci saranno le più importanti pattuglie acrobatiche del mondo, dai Red Arrows della Royal Air Force britannica a la Patrouille de France Acrobatique, dalla Patrulla Aguila dell’ Ejército del Aire Español alla Patrouille Suisse. (Segue, Corriere della Sera→)

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Gli appuntamenti dei due giorni a Rivolto

23/08/2010 – L’Aeronautica Militare ricorda quest’anno la storia delle 50 stagioni acrobatiche delle Frecce Tricolori e organizza, per l’occasione,  una grande manifestazione aerea l’11 e 12 settembre 2010 presso l’Aeroporto Militare di Rivolto (Udine). Partecipano le più importanti pattuglie acrobatiche militari del mondo, da sempre vicine alla Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN), tra le quali le ‘Red Arrows’ (Royal Air Force Acrobatic Team), la ‘Patrouille de France Acrobatique’, la ‘Patrulla Aguila’ e la ‘Patrouille Suisse’. Verrà allestita anche una mostra statica che vedrà velivoli storici, aerei militari delle Forze Armate italiane e aerei civili.

L’Aeronautica Militare lega i suoi eventi aperti al pubblico ad attività di utilità sociale e in questa occasione ha scelto di essere al fianco dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC). Infatti, metterà a disposizione del pubblico dei gadget, il cui ricavato andrà a sostenere la ricerca sul cancro e, in particolare, il percorso di formazione dei più promettenti giovani ricercatori.
La manifestazione aerea sarà realizzata grazie agli apporti e alle collaborazioni fornite dalla Regione Friuli Venezia Giulia, da Aziende e imprenditori.

La ricorrenza del ‘50°’ della PAN è l’occasione per tutta l’Aeronautica Militare di condividere valori e passione del volo. La Pattuglia Acrobatica Nazionale è infatti una tessera del più ampio mosaico composto da tutte le realtà operative della Forza Armata, che ha come compito principale, insieme con le altre Forze Armate, la difesa e la sicurezza del territorio nazionale, nonché quello di dare il suo apporto fondamentale alle missioni fuori dei confini nazionali.

L’evento di domenica 12 settembre sarà trasmesso in diretta su RaiUno (indicativamente dalle ore 9 alle 10 e dalle 16,40 alle 18,40) e su RaiSport+ (indicativamente dalle ore 10,20 alle 12 e dalle 14,20 alle 15,30), all’interno del programma “Azzurro Tricolore”.

Gli appassionati potranno seguire la manifestazione aerea anche su Internet, collegandosi al portale dell’Aeronautica Militare. Per ulteriori informazioni sul programma e modalità di accesso alla base aerea, nella quale sono attese centinaia di migliaia di persone, nonché sugli accrediti stampa, consultare il sito del 50° Anniversario al seguente link: http://www.aeronautica.difesa.it/PAN50.

L’acrobazia aerea nacque, in Italia, ad opera del colonnello Rino Corso Fougier che nel 1930, a Campoformido, costituì la prima pattuglia acrobatica, la Pattuglia Folle montata su biplani CR.20 che, sin dal suo esordio, fece subito storia. Dopo anni di successi in Europa, manifestazioni aeree di Budapest e di Berlino, e in Sud America, in Argentina, la Seconda Guerra Mondiale chiuse per un decennio l’attività acrobatica che riprese nel 1950 con la pattuglia del Cavallino Rampante, costituita con quattro velivoli DH.100 Vampire della 4^ Aerobrigata. In quegli anni, la ridondanza di velivoli in carico alle Aerobrigate permise la costituzione di una pattuglia acrobatica d’anno e di una in addestramento per l’anno successivo. Nell’arco di nove anni si succedettero le pattuglie dei Lanceri Neri, Delle Tigri Bianche,dei Getti Tonanti, dei Diavoli Rossi, fino al 1959 quando lo Stato Maggiore decise di costituire una pattuglia acrobatica nazionale permanente, le Frecce Tricolori, nell’ambito del 313° Gruppo Acrobatico con sede a Rivolto del Friuli. Da allora le Frecce Tricolori sono state equipaggiate prima con gli F-86 Sabre, poi con i FIAT G.91 PAN e attualmente con gli  MB-339PAN.

Auto blu, dimissioni del leghista Ballaman

9 Set

Edouard Ballaman, pordenonese, Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia (foto da Il Messaggero Veneto)

RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino

Ballaman getta la spugna

TRIESTE – Con un comunicato rilasciato in serata, Edouard Ballaman si è dimesso. In silenzio, ha lasciato lo scranno per tutelare la sua immagine, quella del Consiglio regionale e del partito, e per difendersi dalle ipotesi di uso improprio dell’auto blu sulle quali la Corte dei conti ha avviato un’indagine, assicurando che chiarirà tutto sulla propria condotta.
Ora si apre la successione. Ieri Ballaman aveva fatto capolino in Consiglio a Trieste, disbrigando l’attività amministrativa corrente e incontrando parte dell’Ufficio di Presidenza in quella che è stata l’ultima giornata di lavoro ordinario. Ballaman ha già compiuto il primo atto conseguente alla sua scelta, dando comunicazione al segretario generale del Consiglio, Mauro Vigini, circa la sua volontà di lasciare il gruppo della Lega per il Gruppo misto.
Da questo momento il timone dell’Assemblea passa nelle mani dei due vice-presidenti, Maurizio Salvador (Udc) e Annamaria Menosso (Pd). Nella prima seduta utile si provvederà alla nuova elezione. Salvo convocazioni ad hoc, decise dalla Conferenza dei capigruppo, l’occasione sarà mercoledì 29 settembre.
Maurizio Franz, oggi presidente della Commissione Attività produttive, è il candidato naturale al soglio. Al suo posto in commissione, dovrebbe subentrare Ugo De Mattia. C’è anche chi guarda con favore alla giovane e pordenonese Mara Piccin per la seconda poltrona regionale. Tuttavia l’inesperienza – è al suo primo mandato come consigliere regionale – consigliano prudenza. Dopodiché rimane un quesito: dove si trasferirà Ballaman? La carenza di uffici è nota. E potrebbe essere proprio Franz, con un passaggio di testimone, a cedere la scrivania da consigliere. L’elezione del nuovo presidente ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Dopo la seconda votazione, che dovrà tenersi nella stessa seduta, sarà sufficiente la maggioranza relativa dei voti validi espressi.
«È una decisione che fa onore a Ballaman», ha commentato il segretario regionale della Lega Nord Pietro Fontanini. «Ha preferito rimettere il mandato: non credo sia frequente, in questo frangente, assistere a una scelta di tale tipo». Fontanini ha definito quella di Ballaman «una scelta positiva» perché – ha spiegato – avrebbe «legittimamente potuto continuare con una situazione forse pericolosa per l’istituzione Regione e per la Lega». Il coordinatore del Pdl, Isidoro Gottardo, parla di «un gesto di responsabilità verso la sua parte politica e tutta la maggioranza». Positivi anche i commenti del Pd (Serracchiani e Moretton) e del Siar, il sindacato degli autisti, che apprezza il gesto come l’ex autista di Ballaman Primo Vaccher: «Giusto così».

Il Messaggero Veneto↓

Regione, Ballaman si dimette

e aderisce al Gruppo Misto

UDINE. Il suo tempo a guida dell’assemblea regionale era cominciato la mattina del 6 maggio 2008. Sotto lo sguardo, e le foto scattate con la digitale, dell’allora fidanzata e oggi moglie Chiara Feltrin. Ieri alle 19 è finito, con una firma, attesa e sofferta, sulla lettera di dimissioni da presidente del Consiglio. Il leghista Edouard Ballaman ha lasciato la poltrona più alta del palazzo di piazza Oberdan, schiacciato dall’uso disinvolto di auto blu con relativo autista. Chiamatosi fuori dalla Lega, si accomoderà nel Gruppo misto.

Un caso scoppiato il 1° settembre, con la pubblicazione sul Messaggero Veneto di una settantina di “missioni” personali. Ballaman con vettura di servizio, e spesso accompagnato da Chiara Feltrin, ha utilizzato la macchina di servizio dal maggio 2008 al marzo 2010, incassando però circa 3.200 euro mensili forfettari, ed esentasse, per le spese. Ma fino a marzo ha usato l’a uto blu. Anche per portare l’allora fidanzata dal dentista, per andare ad assistere a Milano alla partita Padania-Tibet, per farsi “ scortare” all’aeroporto così da partire per il viaggio di nozze o per le vacanze. O, ancora, per andare a prendere, sempre in aeroporto, i parenti di Chiara, nonna e zio in arrivo dal Sudafrica per il matrimonio, o per arrivare a casa dei suoceri a Camponogara, Dolo. Viaggi che Ballaman non ha mai smentito, affermando solo: «Ho visto una notevole serie di anomalie e incongruenze», affidando ai legali il compito di fare il resto. Ma, assegnate ad altri le questioni giudiziarie, l’ex presidente del Consiglio non ha potuto evitare i profili politico e istituzionale.

Dal Carroccio si sono levate le voci di protesta, perché la Lega dei tagli alla spesa pubblica ha fatto una bandiera. I “duri e puri” , soprattutto da Pordenone, città di Ballaman e bacino elettorale più leghista del Friuli Vg, hanno subito cominciato a chiedere le dimissioni di Ballaman, lunedì ufficialmente, approvando un documento per reclamarne anche l’espulsione dalla Lega. Dai vertici nazionali del partito, invece, non sono mai arrivate dichiarazioni ufficiali, ma boatos di malumori e insofferenza, per una questione che andava risolta dalla segreteria regionale, retta da Pietro Fontanini.

Ballaman ha anche cercato un appoggio nazionale, venerdì scorso a Milano, senza trovarlo. Poi, sempre trincerato dietro la dichiarazione «sono sereno», lunedì ha compiuto un mezzo passo, provando a sparigliare le carte: l’autosospensione dal partito. Un gesto piaciuto ancor meno al Carroccio, perché non concordato e non sufficiente. Martedì, invece, il primo faccia a faccia con Fontanini, meno di mezz’ora, ma sufficiente a far dire al segretario Fvg: «Sono ottimista».

Ballaman aveva annunciato una decisione per oggi. E invece anche l’u ltima mossa l’ha giocata d’anticipo. «Al solo fine di garantire la mia personale dignità e il prestigio del ruolo istituzionale da me ricoperto – ha scritto Ballaman ai suoi due vice, Maurizio Salvador (Udc) e Annamaria Menosso (Pd), e al governatore Fvg Renzo Tondo – rassegno le dimissioni da presidente del Consiglio regionale. Ritengo in tal modo di poter anche meglio contribuire a chiarire ogni dubbio in ordine alla legittimità dei comportamenti posti in essere dall’amministrazione sino a oggi da me rappresentata. Per quanto personalmente mi riguarda, debbo soltanto affermare di non aver mai inteso ledere l’immagine della Regione Friuli Venezia Giulia. Nel contempo ho già dato incarico – ha concluso Ballaman – di intraprendere azioni in ogni opportuna sede giudiziale a tutela della mia onorabilità». Da oggi, inoltre, l’ex presidente dell’a ssemblea aderirà al Gruppo misto.

«Gli fa onore – ha commentato Fontanini –, non credo sia frequente, in questo frangente, assistere a una scelta di questo tipo. Avrebbe potuto legittimamente continuare con una situazione forse pericolosa per l’istituzione Regione e per il partito. Anche l’adesione al Gruppo misto è una scelta fatta per tutelare la Lega, da cui rimarrà sospeso in attesa del giudizio della magistratura, davanti alla quale Ballaman potrà difendersi senza vincoli istituzionali o di partito», ha concluso Fontanini. Si chiude così, politicamente, una vicenda che ha tormentato la Lega per una settimana.

Da Il Messaggero Veneto

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Scuola & disperazione, Pordenone: oltre 200 i precari espulsi

2 Set

Il Gazzettino

Dormirà in macchina e farà lo sciopero della fame fino a quando non otterrà un incarico da qualche scuola elementare: è la protesta di Maria Carmela Salvo, di 55 anni, originaria di Palermo, da cinque anni docente precaria in provincia di Pordenone. Al termine delle nomine annuali, che si sono svolte martedì all'ex Provveditorato, aveva annunciato le proprie intenzioni e ieri ha puntualmente mantenuto la promessa. Già alle 7, la donna ha parcheggiato la sua utilitaria in piazza Italia, a Maniago, cittadina nella quale ha insegnato negli ultimi anni (anche se l'incarico più recente era per il sostegno a un alunno di Cavasso Nuovo) e ha assicurato che non si muoverà fino a quando non avrà una cattedra. «La scuola è diventata una macelleria di precari - ha detto - e la riforma Gelmini la sta distruggendo. A 55 anni non sono ancora riuscita a diventare di ruolo. Starò qui almeno fino al 13 settembre, giorno di inizio delle lezioni, quando spero che qualche scuola mi chiami per supplenze brevi».

PORDENONE – Oltre duecento lavoratori della scuola pordenonese sono senza lavoro: le immissioni in ruolo e le attribuzioni di supplenze e incarichi a tempo determinato hanno lasciato fuori un numero consistente di precari, che di fatto si ritrovano espulsi dal comparto della pubblica istruzione. Secondo la denuncia della Flc Cgil, le speranze di reinserimento per il prossimo anno scolastico sono esigue, alla luce del drastico programma triennale di tagli agli organici varato dal ministero. Se per qualcuno le graduatorie d’istituto potranno rappresentare un’ancora, tanti tra docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari dovranno invece iniziare a cercare una nuova occupazione. Le nomine annuali hanno interessato, tra posti interi e part-time, 14 direttori dei servizi generali amministrativi (ex segretari), 63 amministrativi, 29 tecnici e 282 ausiliari; per gli insegnanti, 514 tra le medie e le superiori, 53 nelle scuole per l’infanzia e 70 alle elementari. «Se per qualche collaboratore amministrativo e tecnico una speranza può derivare dalle supplenze brevi – per i bidelli invece non c’è via d’uscita. Non sono state esaurite le graduatorie 24 mesi e una ventina di lavoratori è rimasta a bocca asciutta: per la prima volta dovranno ricorrere al decreto salvaprecari, cui finora avevano attinto soltanto gli insegnanti». La domanda per rientrare nel beneficio delle graduatorie prioritarie va indirizzata all’Ufficio scolastico provinciale, tra il 15 e il 30 settembre, tramite la scuola dove si è prestato servizio nel 2008-2009.
Leggi l’articolo di Alessandra Betto (Il Gazzettino)→

Spilimbergo, schianto in moto: muore 34enne di Basiliano

2 Set

L’incidente è accaduto ieri sera sulla provinciale 1 della Val d’Arzino.

Mauro Samaro e la Ducati sulla quale viaggiava

Mauro Samaro, di Basiliano, viaggiava, verso  le 19, con la sua Ducati gialla, quando, affrontando i tornanti ad Anduis (Vito d’Asio), ha perso il controllo della moto e si è schiantato contro il guard rail. E’ morto sul colpo. Fonte TeleFriuli

Il Gazzettino↓

Muore sotto gli occhi degli amici

Incidente mortale, ieri sera attorno alle 20, lungo la provinciale n.1 della Val d’Arzino, in corrispondenza degli insidiosi tornanti di Anduins di Vito d’Asio. Per cause al vaglio della Polstrada di Spilimbergo, Mauro Samaro, 34 anni, di Basiliano (Udine), ha perso il controllo della sua moto e dopo una lunga scivolata è finito contro il guardrail, morendo praticamente sul colpo. Alla scena hanno assistito due amici della vittima, residenti a Mereto di Tomba, che viaggiavano su altrettante motociclette e che non hanno potuto fare nulla per aiutare il giovane. Allertati col telefonino, i soccorritori del 118 hanno tentato disperatamente di rianimarlo, ma si sono arresi dopo quasi un’ora di vani tentativi: a causare il decesso le gravissime lesioni al capo provocate dal sostegno in acciaio delle barriere di protezione stradale. Sul posto anche i vigili del fuoco di Spilimbergo, che hanno rimosso i detriti e ripulito la strada dalla macchia di olio che si era formata sulla carreggiata.
«Purtroppo si tratta di una tragedia annunciata – fanno sapere i residenti nella borgata Chiavines, dove si è consumato il dramma -: in questa zona esiste un dosso molto pericoloso che solo da poco è stato segnalato con la cartellonistica, ma che di sera è poco visibile. Quest’estate si sono già verificati altri gravi incidenti, anche se nelle circostanze precedenti i centauri coinvolti hanno riportato solo alcune fratture. I residenti hanno anche spiegato la possibile dinamica del sinistro: «Non conoscendo il tracciato – è la loro tesi – i motociclisti perdono aderenza col terreno, a causa del dosso in discesa situato prima del tornante, finendo contro le barriere di protezione, che diventano delle pericolose morse che imprigionano i malcapitati. Adesso è tardi per correre ai ripari: le contromisure andavano adottate prima». Le operazioni di rimozione della salma sono durate un paio d’ore, durante le quali il traffico per la Val d’Arzino ha subito forti rallentamenti procedendo a senso unico alternato.
Samaro, dipendente dell’impresa Paolo Di Filippo, specializzata nella realizzazione di impianti elettrici, lascia il fratello gemello Marco, operaio del comune di Basiliano, la madre Anna Brandolin e il papà Roberto, conosciuto per essere dipendente del canile municipale.

Spilimbergo: la tragedia di Fabrizio D’Andrea

27 Ago

RASSEGNA STAMPA

Il Messaggero Veneto

SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA. Non ce l’ha fatta Fabrizio D’Andrea. L’agricoltore di 49 anni di Rauscedo è morto nella serata di mercoledì all’ospedale di Udine dove era stato ricoverato in gravi condizioni in seguito all’incidente occorsogli nel tentativo, poi riuscito, di mettere in salvo un cane da sicuro annegamento.

È risultato fatale, allo sfortunato agricoltore, il generoso gesto d’altruismo di cui si era reso protagonista nella mattinata di martedì quando, coraggiosamente, aveva tratto in salvo dalle acque del canale Maraldi, in prossimità della centrale idroelettrica di Barbeano di Spilimbergo, un cane da caccia di due anni, scappato da una abitazione di Tauriano.

Mentre stava lavorando in un terreno di sua proprietà, D’Andrea aveva udito dei lamenti provenire dal vicino sgrigliatore, dispositivo che funziona automaticamente ogni mezz’ora prelevando il materiale residuo dalle acque del canale e fermando i detriti attraverso una griglia fissa.

Avvicinatosi per accertarne la provenienza, l’agricoltore aveva notato la presenza, intrappolato nel canale, di Lea, un bracco tedesco di 2 anni di proprietà della famiglia Paradiso residente in via Cavalleggeri di Saluzzo. Trovato un varco nella rete che circonda il dispositivo, in un’area in cui vige il divieto di accesso alle persone non autorizzate, l’uomo si era prontamente adoperato nel mettere in salvo la bestiola. Nel soccorrere l’a nimale, l’agricoltore era rimasto però incastrato con le gambe nella griglia rimessasi in funzione.

D’Andrea, senza perdersi d’animo, ha avuto la prontezza di telefonare agli amici e di chiamare i soccorsi. Sul posto sono tempestivamente giunti i vigili del fuoco di Spilimbergo che lo hanno liberato.

Estratto dalla griglia, l’uomo ha riportato traumi plurimi con particolare interessamento del bacino che sono sembrati subito gravi ed è stato elitrasportato all’ospedale civile di Udine. Purtroppo le ferite da schiacciamento al torace sono risultate fatali e a nulla sono valsi i tentativi dei sanitari del nosocomio udinese che lo hanno sottoposto a tre interventi chirurgici. D’A ndrea è spirato nella serata di mercoledì. Si attende ora il nulla osta della Procura per i funerali.

Il Gazzettino

Fabrizio D'Andrea

È morto l’altra notte all’ospedale di Udine Fabrizio D’Andrea, l’agricoltore di 49 anni di Rauscedo, che il giorno prima era rimasto schiacciato da una grata frangiflutti all’interno di un canale artificiale di Barbeano di Spilimbergo, dopo aver salvato un cane dall’annegamento. Una notizia tragica riguardante un gesto di straordinario altruismo costato una vita umana, che giunge proprio nel giorno in cui, invece, un altro cane viene massacrato di botte dal proprio padrone. Quanto alla drammatica fine del coltivatore sangiorgino, nonostante fosse riuscito a sottrarsi da solo dalla morsa dell’acciaio e a lanciare l’allarme col telefonino, le ferite da schiacciamento al torace sono risultate fatali. Il fatto era accaduto attorno alle 10 di martedì, quando la vittima, che stava lavorando in un podere poco distante, a bordo di un mezzo agricolo, aveva notato un Bracco in preda alle acque del canale artificiale. Senza pensarci due volte l’uomo si era gettato ed era riuscito ad aiutare l’animale a risalire le sponde salvandolo da morte certa. Quando tutto sembrava si fosse risolto per il meglio, è improvvisamente entrata in azione la griglia automatica che serve per pulire il corso d’acqua e impedire che giungano oggetti di grosse dimensioni nella centralina, situata qualche centinaio di metri più a valle. Dimostrando un’incredibile capacità natatoria e straordinaria resistenza al dolore e alla pressione esercitata dallo sgrigliatore, l’uomo è riuscito a sottrarsi al marchingegno, uscendo però stremato dall’acqua. Subito le sue condizioni erano apparse gravi, anche perché lamentava importanti sintomi di schiacciamento polmonare e la perdita di sensibilità degli arti. Trasferito in un luogo più accessibile grazie all’aiuto dei vigili del fuoco è stato trasportato a Udine in elicottero e sottoposto a ben tre interventi chirurgici. Nonostante le cure intensive è spirato nella tarda serata di mercoledì con accanto la moglie Lucia e i figli Matteo, di 23 anni, e la piccola Michela, di soli 11.

Leggi l’articolo (Il Gazzettino)→

La proprietaria del bracco: «Meglio se fosse morta Lea»

“Ora non avrò più pace”

PORDENONE – Anche la famiglia Paradiso, proprietaria del cane che l’uomo aveva salvato – si tratta di un Bracco di due anni di nome Lea – che risiede a Tauriano, in via Cavalleggeri di Saluzzo, sta vivendo un incubo. Da due giorni erano attaccati al telefono per conoscere il decorso post operatorio del loro eroe, pregando perché quell’uomo così buono e altruista riuscisse a superare la fase critica. «Avrebbe dovuto morire il mio cane – ripete, incessantemente, la proprietaria dell’animale, senza riuscire a trattenere le lacrime – noi amiamo gli animali, ma non riesco a pensare ad altro che a quella moglie rimasta vedova e a quei due ragazzi orfani del padre. Non riesco a pensare a nulla, sono sconvolta e provo una rabbia enorme. Da due notti non chiudo occhio e penso alla scena terribile. Non ho ancora trovato la forza di alzare la cornetta per le condoglianze: ho chiesto a mio figlio di farlo a nome di tutti noi e comunque saremo presenti alle esequie».
Da quanto si è appreso, Lea era fuggita mentre la padrona le stava preparando il pastone quotidiano. «Attorno alle 9 – spiega la donna – ero entrata nel recinto dei nostri tre cani per dare loro da mangiare. Ho anche accostato il cancello, ma non ho azionato il lucchetto. Mentre stavo pulendo il box, Lea è riuscita ad aprire il portone e a fuggire. Noi abitiamo a cinquanta metri dal canale e ho temuto il peggio. Ho avvisato i vicini ed anche un amico di mio figlio, che fa il coltivatore in zona, affinché lo acciuffasse. Mai avrei immaginato ad un epilogo tanto drammatico e comunque, lo ribadisco, per quanto adori i nostri animali, non riesco a pensare che sia morta una persona e non il mio cane». I proprietari hanno immediatamente segnalato l’accaduto alla Polizia Municipale che infatti l’ha prontamente riportata a Tauriano una volta accertata l’identità tramite il microchip di cui era regolarmente munita. Dal punto di vista penale, per la padrona del cane non ci sarà alcuna conseguenza, trattandosi di un incidente alla cui base c’è il gesto volontario e autonomo della vittima. Tuttavia, la stessa polizia locale ha già predisposto un verbale per la mancata custodia dell’animale, come da regolamento comunale. La fuga di Lea costerà 50 euro di multa.

Maniago: trovata agonizzante con un cacciavite in testa, operata nella notte

17 Ago

RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino

Il cacciavite conficcato nella tempia

Una romena di 38 anni è stata scoperta ferita sul terrazzo
Nella sera una lunga operazione per tentare di salvarle la vita

A udire i lamenti della donna è stato Enrico Roveredo, 40 anni, operaio nella locale zincheria. L'uomo vive al pianterreno dello stabile e ha percepito solo flebili lamenti. Uscito di casa, ha notato sul pavimento del terrazzino il corpo della romena. (Il Gazzettino)

Una donna di 38 anni, originaria della Romania, ma in Italia ormai da molti anni, è ricoverata in condizioni disperate in Terapia Intensiva a Udine, dopo essere stata ritrovata, agonizzante, da un vicino di casa, sul terrazzino della propria abitazione, con un lungo cacciavite conficcato nella tempia. Il fatto è avvenuto poco dopo le 17 di ieri, a Montereale Valcellina, nello stabile a due piani situato di fronte alla stazione dei Carabinieri, nella centralissima via Roma.
Tutta da chiarire la dinamica dell’accaduto e l’eventuale coinvolgimento di terzi nella vicenda. Gli inquirenti tenderebbero a privilegiare la pista del gesto di disperazione, ma le modalità adottate inducono alla massima prudenza. Il compagno della ferita, un camionista cinquantenne del luogo, è stato sentito per oltre tre ore dai militari dell’Arma, coordinati dal luogotenente Domenico Marzullo. L’uomo non è indagato, anche perché è stata accertata la sua assenza da casa per gran parte della giornata. Al momento del ritrovamento della compagna, si trovava in un bar del paese ed è stato avvisato dell’accaduto da un conoscente. La sua testimonianza è comunque servita a ricostruire il quadro in cui potrebbe essere maturata la tragedia. Ma tuttavia, non sarebbero emersi elementi tali da giustificare un gesto inconsulto, nè sarebbero stati rinvenuti biglietti d’addio.
A udire i lamenti della donna è stato Enrico Roveredo, 40 anni, operaio nella locale zincheria. L’uomo vive al pianterreno dello stabile e ha percepito solo flebili lamenti. Uscito di casa, ha notato sul pavimento del terrazzino il corpo della romena. Senza perdere un attimo l’ha soccorsa e ha anche invocato aiuto, ricevendolo dall’altro vicino di casa, l’arcivescovo Gabriele Caccia, nunzio apostolico in Libano, che era giunto a Montereale, per fare visita alla madre, soltanto sabato sera. Prima ancora che arrivasse il personale del 118, hanno suturato il taglio profondo subito sopra l’orecchio destro, avendo cura di non rimuovere il cacciavite, per non provocare un’emorragia potenzialmente letale. Quando è giunta l’equipe medica dell’elisoccorso, il prelato stremato e forse sotto choc alla vista di una scena così cruenta, ha accusato un leggero malore ed è stato a sua volta assistito dai presenti.
La donna è stata invece trasferita nella Neurochirurgia dell’ospedale di Udine, dov’è stata dapprima stabilizzata e, quindi, attorno alle 21.30, sottoposta ad un lungo e delicato intervento per la rimozione del cacciavite. Le sue condizioni sono disperate e comunque i medici sono preoccupati per le gravi lesioni al cervello che la punta dell’utensile potrebbe aver creato alle attività cerebrali, che potrebbero risultare in tutto o in parte compromesse.
Nel frattempo, a Montereale, i Carabinieri – col supporto del reparto scientifico giunto da Spilimbergo – hanno setacciato palmo a palmo tanto l’abitazione quanto l’autorimessa dov’era custodita la cassetta degli attrezzi. Al termine del sopralluogo, non sarebbe emerso alcun elemento che possa far pensare ad una colluttazione. Il sostituto procuratore Maria Grazia Zaina, titolare dell’inchiesta, ha immediatamente richiesto l’intervento del medico legale Giovanni Del Ben, il quale ha analizzato i locali dove si è consumata la tragedia. Anch’egli al termine dell’ispezione ha utilizzato toni molto prudenti, confermando che l’orientamento sembrerebbe quello di escludere l’intervento di terzi nel ferimento della donna. La conferma potrà però venire unicamente dalle comparazioni che saranno effettuate tra la perizia dell’ex direttore generale del Cro e i rilievi medici effettuati dai neurochirurghi udinesi. Impossibile, al momento, anche solo stabilire l’ora del ferimento, che teoricamente potrebbe risalire anche a molti minuti prima dell’allarme.
Quanto all’ipotesi più accreditata, in tarda serata gli inquirenti ne hanno elaborata una plausibile, seppur molto cruenta e all’apparenza addirittura inverosimile: i segni di intonaco trovati sull’impugnatura del cacciavite lascerebbero pensare che la donna abbia appoggiato l’arnese alla parete prima di lanciarvisi contro.

Leggi l’articolo di Lorenzo Padovan (Il Gazzettino)→

Spilimbergo: Luca, deceduto per infarto intestinale

12 Ago

RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino

“Non abbiamo trovato attenzione”

SPILIMBERGO – (c.a.) È stato un infarto intestinale, non l’anoressia, a determinare la morte di Luca Muzzatti, 22 anni, cuoco, che abitava con la famiglia in via Forgaria a Baseglia. Lo ha stabilito l’autopsia eseguita l’altro ieri dall’anatomo patologo Stefano Pizzolitto su incarico del sostituto procuratore Daniela Bartolucci. Il consulente depositerà le sue conclusioni tra 60 giorni, ma ha già potuto evidenziare un infarto dell’intestino causato dall’occlusione di una vena e che si è evoluto in una necrosi.
Una necrosi intestinale confusa con l’anoressia? Al momento sul registro degli indagati non ci sono iscritti e il percorso per individuare eventuali colpe mediche sarà lungo e complesso. Da una parte perchè l’infarto dell’intestino solitamente si manifesta in pazienti anziani (o, comunque, che hanno più di 50 anni) e chi ha visitato il giovane può aver scambiato i sintomi con altre patologie. Dall’altra perchè negli ultimi quattro mesi, quando ha cominciato a soffrire di violenti dolori addominali e a perdere velocemente peso, il giovane è stato sottoposto a una serie di esami in diversi ospedali: Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, una struttura privata, il day hospital dell’ospedale di Udine e, per ultimo, il Santa Maria degli Angeli, dove è deceduto. Il medico legale ha comunque a disposizione tutta la documentazione medica relativa agli accertamenti a cui Luca Muzzatti era stato sottoposto: dovrà stabilire se erano congrui. In questi casi, infatti, esami radiologici o tac non fornirebbero indicazioni precise per consentire di arrivare a una diagnosi corretta. Solo un’angiografia o un intervento in laparotomia avrebbero potuto evidenziare l’origine dei lancinanti dolori che tormentavano il ragazzo.
Sono aspetti su cui si confronteranno il medico legale e l’anatomo patologo Barbara Polo Grillo, il consulente nominato dall’avvocato Giancarlo Zannier per conto della famiglia Muzzatti, che non si dà pace per una morte così assurda: «Dicevano che era anoressico, non abbiamo trovato attenzione».

Spilimbergo: muore a 22 anni, la madre: “nessuno ha voluto ricoverarlo”

11 Ago

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Il Gazzettino

Aperta un’inchiesta

«I medici dicevano che era colpa dell’anoressia. Non era così, Luca non era affatto anoressico. Noi abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di aiutarlo, ma dall’altra parte non abbiamo trovato attenzione. Lo abbiamo portato dai migliori specialisti, in vari ospedali. Nessuno ha voluto ricoverarlo». C’è molta amarezza nelle parole di Margherita, la madre del giovane Luca Muzzatti, 22 anni, di Baseglia, morto lunedì mattina dopo mesi di sofferenze. Ieri alle 14.30 si è tenuto l’esame autoptico, che potrà spiegare le cause fisiologiche di questa drammatica vicenda. Per chiarire quelle umane servirà molto più tempo, poiché la famiglia è intenzionata ad accertare anche le responsabilità dell’accaduto. «Aveva dolori molto forti, che lo tormentavano – continua la madre -. Riusciva a dormire solo poche ore per notte, sul divano. È una situazione che non si può accettare. Se fosse morto per un tumore o qualche altra malattia grave lo accetterei. Ma morire così, no. Non si può».
La scomparsa di Luca ha suscitato grande cordoglio sia a Baseglia, dove abitava e dove era molto conosciuto, sia a Spilimbergo, dove aveva molti amici. Un giovane pieno di speranze, come tutti quelli della sua età. Aveva da poco concluso le superiori, prendendo il diploma di Scuola alberghiera. Fin da ragazzo voleva fare il cuoco. Durante l’estate collaborava con la Pro loco, distribuendo volantini e dando una mano nei piccoli lavori di preparazione della sagra d’agosto. Qualche anno fa aveva avuto un brutto incidente in motorino: si era fratturato una gamba e il recupero era stato molto lungo. Molti lo ricordano girare per il paese con le stampelle.
Da poco aveva cominciato a lavorare con una certa continuità. Ora, crollate le sue speranze, sono rimasti il dolore della famiglia e il dubbio: si poteva fare qualcosa per salvarlo? La parola passa alla magistratura. Dopo il nulla osta della Procura, sarà possibile stabilire la data delle esequie.

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Lignano: l’Ass chiude una pizzeria, mancanza di requisiti sanitari

7 Ago

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LIGNANO – A Lignano le sorprese non mancano mai. Ieri i funzionari dell’Ass 5 della Bassa friulana hanno chiuso il ristorante pizzeria all’insegna «da Cristiano» sito al civico numero 18 di Raggio dell’Ostro, una delle centralissime vie di Pineta, a pochi passi dalla farmacia comunale. Sull’ingresso principale è stata affissa una locandina, dove riporta: data (ieri) e ore 11,30 con su scritto: «Bassa friulana n. 5 – Dipartimento di prevenzione servizi igiene alimenti e della nutrizione. Chiusura per l’insussistenza dei requisiti igienico sanitari minimi necessari ai fini del mantenimento in esercizio dell’attività. Il titolare Amgad Shalaby è stato nominato custode dei sigilli dopo essere stato reso edotto delle responsabilità».
Si tratta di un locale in uno stabile di recente costruzione ma che in questi ultimi anni risulta aver cambiato varie gestioni. Sembra che il titolare sia stato già da tempo invitato più volte a mettersi in regola con le norme sanitarie, evidentemente non si è attenuto ed ecco scattare la chiusura con notevoli danni: d’immagine ed economici in quanto per un ristorante di Lignano perdere le settimane di Ferragosto incide notevolmente nel bilancio. Prima di recarsi sul posto per tale notifica, ieri mattina i funzionari dell’Ass hanno chiesto il supporto della polizia di Stato e subito sono stati affiancati da una pattuglia, rimasta presente fino a conclusione di tutte le operazioni necessarie per una così drastica chiusura. La presenza degli uomini in divisa e dei funzionari dell’Ass non è passata inosservata ai numerosi turisti che in queste settimane affollano la località, i quali si chiedevano cosa mai fosse accaduto. Altre chiusure in piena stagione estiva risalgono all’estate 2002 quando allora i carabinieri del Nas fecero chiudere vari alberghi.

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Spilimbergo, tennis: a Marco Chivilò il Memorial Maurilio Zannier

5 Ago

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Il Gazzettino

Luca Schiavon battuto in finale

Marco Chivilò, al centro nella foto

SPILIMBERGO – (cr) Sui campi da tennis della Polisportiva Aquila si è svolto il 12. memorial Maurilio Zannier. Atleti provenienti da vari club della provincia, hanno dato vita a incontri di buon livello agonistico. Dopo due settimane di gare, la vittoria è andata al tennista di casa Marco Chivilò, che in finale ha superato Luca Schiavon del Tc Maniago. Alle premiazioni sono intervenute la moglie e le figlie di Zannier. Per il prossimo anno si punta a iscrivere il torneo di quarta categoria alla Federazione Italiana Tennis, con l’obiettivo di allargare la partecipazione agli atleti di tutta la regione.

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