P3 (AVATAR)
Paquale Lombardi
diversamente loquace
Dal magistrato che non conta nulla, alla giudice di cui non ricorda il nome, a Moratti, “Chillo do petrolio”, a De Mita… e di Denis Verdini che toglie le polpette di bocca alla gente…
Lombardi parla con tutti. Con il Gip e con Francesco Barbato e ne racconta più a Barbato (che non riconosce) che al Gip, in un italiano poco chiaro, (ecco perchè si parlavano al telefono in dialetto) un po’ confuso, che Marco Travaglio definirebbe ostrogoto, questa la dichiarazione di Pasquale Lombardi nell’interrogatorio di garanzia:
“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.
Quando ritenessero, i non precisati, che il Lombardi fosse in grado di arrivare ai giudici della Corte Costituzionale, cosa dovesse poi accadere rimane un mistero che non sembra chiarito.
“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.
Sarebbe interessante sapere se e quali meriti, prima dell’arresto, od anche dopo, siano stati acquisiti dal Lombardi agli occhi dei non precisati.
Nelle dichiarazioni, il detenuto, ammette anche di avere, nel suo strampalato piano di acquisire meriti, contattato “il presidente emerito Cesare Mirabelli, che”, testuale, “non conta più nulla” per giungere ad un giudice donna di cui non ricorda il nome, ma che comunque gli era stato segnalato dal Pdl: “Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009 e’ stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”. Quindi: chi del pdl ed a chi? Soprattutto è stato contattato qualcuno che non conta niente per arrivare ad una persona di cui non si sa il nome (?).
Il Lombardi ancora prosegue dicendo che il lodo Alfano non interessava molto e che le riunioni in casa di Denis Verdini servivano solo per parlare della candidatura alla presidenza della Regione Campania:
“Confermo – dichiara l’ ex giudice tributario – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo ed il giudice Miller. In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalita’ del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania. Nego che l’interessamento al giudizio di costituzionalita’ del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”.
Secondo Lombardi, poi, la politica può fare tutto, ed è quindi normale che degli amici magistrati lo contattino per ottenere nomine od incarichi direttivi:
“…ottenere o agevolare le rispettive nomine o incarichi direttivi”. “Sono persone con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale. Lo hanno chiesto proprio a me perche’ ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che puo’ fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”.
Ma c’è di più… Pasquale Lombardi, in chiaccherata informale con Francesco Barbato è un pò più loquace, o diversamente loquace, e di nomi
Flavio Carboni l'impaziente
ne ricorda parecchi, ed anche afferma che è in galera perchè Flavio Carboni si è mosso troppo, senza pazientare. Afferma anche di non avere rapporti solo con Pdl, ma a trecentosessantagradi, già che gli amici non sono mai troppi. Alla fine, se ad un magistrato manca un voto per una nomina lo trova lui che lavora grazie a raccomandazioni, perchè in Italia funziona così, e che si occupa di intrallazzi per passione, senza guadarci nulla.
Lombardi con il Gip:
RASSEGNA STAMPA
Rainews24
Roma, 17-07-2010
Lombardi: puntavo ad
ingraziarmi Berlusconi
L’interesse per il Lodo Alfano? Un modo per ingraziarsi il Premier. E’ questa la spiegazione che Pasquale Lombardi, uno dei principali indagati nell’inchiesta sulla P3, ha dato nell’interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto. Un interrogatorio nel corso del quale ha parlato anche delle sue conoscenze in Cassazione in vista dell’esame del ricorso contro l’ordinanza di arresto per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino e delle richieste di intervento da parte di alcuni magistrati per agevolare l’ottenimento di incarichi direttivi.
“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.
“Ammetto – si legge nel verbale di interrogatorio – di aver contattato il presidente emerito Cesare Mirabelli, ma lui oramai non conta piu’ nulla. Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009 e’ stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”.
“Confermo – dichiara l’ ex giudice tributario – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo ed il giudice Miller. In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalita’ del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania. Nego che l’interessamento al giudizio di costituzionalita’ del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”.
A proposito di quest’ultimo, Lombardi afferma che gli chiese se conoscesse qualcuno in Cassazione perche’, per il 28 gennaio 2010, data fissata per la discussione del ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dalla magistratura napoletana. “Poiche’ era previsto uno sciopero degli avvocati – precisa – io ho chiamato il presidente Carbone per sapere se il ricorso sarebbe stato comunque trattato”.
Lombardi afferma, infine, che alcuni magistrati gli chiesero di interessarsi al fine di “ottenere o agevolare le rispettive nomine o incarichi direttivi”. “Sono persone – aggiunge – con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale. Lo hanno chiesto proprio a me perche’ ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che puo’ fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”.
Lombardi con Barbato:
RASSEGNA STAMPA
Il Fatto Quotidiano
di Luca Telese
“Io e la P3”. Corruzione globale
L’ex giudice tributario si confessa al deputato dell’Idv, Francesco Barbato, pensando di rivolgersi a un omonimo dell’Udeur
E Pasquale Lombardi sorrise: “Ah, tu sei Barbato? Mi fa molto, molto piacere la visita di un amico!” Il deputato rimase un attimo interdetto: “Veramente…”. Il detenuto troncò la discussione: “Sei dell’Udeur, no? E allora sempre la nostra grande famiglia democristiana è….”. Solo che il Barbato (Francesco) che era andato a trovare Lombardi nella cella, non era il Barbato dell’Udeur (Tommaso). Chissà se non sia stato questo equivoco iniziale, forse non del tutto chiarito nella conversazione successiva, a propiziare un incredibile colloquio carcerario, a tratti surreale, fra due mondi apparentemente incomunicanti: quello del dipietrista e quello del “numero tre” della cosiddetta P3.
Sta di fatto che, tre giorni fa, i due si ritrovano faccia a faccia in una cella angusta. Lombardi sdraiato sul lettino, Barbato seduto su uno sgabello. Il primo in maglietta bianca e pantaloni celesti, il secondo in giacca e cravatta. Il detenuto, ex grand commis della giustizia, l’uomo di collegamento tra il gruppo di Flavio Carboni e l’arcipelago della giustizia ha voglia di raccontare e di raccontarsi. Ad esempio con delle rivelazioni sui suoi rapporti con i leader di centrodestra e di centrosinistra (da Lusetti e De Mita ad Alfano, Cappellacci e Formigoni); ma anche con i retroscena di una incredibile rete di relazioni che mette insieme esponenti togati, travet ministeriali, raccomandazioni e convegni. Forse a tratti la ricostruzione si impreziosisce di qualche piccola millanteria. Forse talvolta la tentazione del colore addomestica gli eventi. Sta di fatto che il racconto di Lombardi è in ogni caso un documento incredibile per restituire “il tono” e il retroscena delle inchieste che stanno mettendo a soqquadro il Palazzo. Il deputato dell’Italia dei valori entra nella cella con un block notes immacolato, e ne esce con una mole d’appunti tale da dover riempire anche la copertina. Questo è il resoconto del dialogo fra lui e il detenuto.
Dottor Lombardi, perché lei è qui?
(Sorriso) Questa è una bella domanda. Il Pm, uno che mi ha preso di mira, dice che io ho molti rapporti con la magistratura. Questo, dopotutto è vero. Tutta la storia inizia perché io organizzo convegni.
In che senso?
Sì, convegni. Ne faccio dai 20 ai 25 l’anno. Scelgo i posti più belli d’Italia. Chiamo i migliori relatori, gli pago le spese. A che serve questo? A far parlare le persone, a farle conoscere.
Che tipo di convegni?
Sulla giustizia, sulle regole… Io ho un gruppo di ospiti di primissimo piano: c’è Arcibaldo Miller che conosco da trent’anni, e che più di un amico, è roba mia… e poi ci sono Martone, Caliendo, il fratello di Peppino Gargani che è doppiamente importante perché Peppino era responsabile giustizia di Forza Italia…
Ci sono solo magistrati?
No, anche dei politici. Ad esempio in Sardegna doveva venire anche Alemanno, e poi ha mandato il suo capo gabinetto, Sergio Gallo.
Come mai?
Sergio è una mia creatura. Di Cervinara, come me. Sono stato io a favorire il suo ingresso in quella squadra, a fargli avere in trasferimento al Comune.
Lei riesce a fare tutte queste cose?
(Sorriso). Anche di più.
Però non è un momento felicissimo, immagino.
Ehhh.. Se io sto in galera, oggi, è per colpa dei miei. Barbato, voi dovete seguirmi, un giorno, e io vi faccio conoscere tutta Forza Italia…..
Ma che c’entra la galera?
Vede, Carboni si è mosso troppo. Ha iniziato troppo presto, e invece doveva stare fermo. Pazientare, attendere, si fa così. Io avrei potuto andare da qualche amico magistrato…
E invece?
Il casino dell’eolico è scoppiato perché Verdini ha tolto di bocca la polpetta di un grande affare dalla bocca di De Benedetti e di Moratti, chill’do petrolio…
So chi è Moratti…
Il più rosso dei magistrati è proprio questo Capaldo, che mi tiene sotto tiro.
Lei mi stava spiegando dei convegni.
Ecco. L’ultimo lo abbiamo fatto in Sardegna. Me lo ha finanziato Cappellacci, con 50mila euro, su 150 di spese previste. Non è poco.
E come lo ha conosciuto?
Cappellacci si mette sempre a disposizione. L’ho conosciuto addirittura prima che diventasse presidente, tramite un amico mio, avvocato di Napoli.
Ma quando parla di se, a chi fa riferimento: a un partito, a una corrente?
I miei riferimenti nel Pdl sono Cosentino, Caliendo e l’avvocato Ignazio Abrignani, uno che è fortissimo perché fa una montagna di tessere…
Però lei si è adoperato anche per altre candidature alla guida della regione Campania.
Ma solo dopo che è tramontata la possibilità di eleggere Cosentino! Ho tifato per avere Lettieri…. Ma guardi che non ho rapporti solo con il Pdl!
No?
No, è importante avere amicizie a 360 gradi….
Ad esempio?
Beh, Lusetti. Lusetti l’ho fatto deputato io… Si è candidato nel mio collegio, e solo nel mio comune, per dire, ha preso 1200 voti.
E’ passato da poco dal Pd all’Udc.
Perché gli ho fatto una testa così io. Gli ho fatto il lavaggio del cervello…
Ma perché?
Perché, perché…. Renzo, se l’Udc entra al governo, ha il posto da sottosegretario già prenotato
Però forse l’Udc non entra.
E allora se Casini non fa l’accordo, lui o passa in ogni caso nel Pdl, e sempre sottosegretario può diventare. Lusetti mi sta a sentire, fa quello che dico io….
Sarà vero?
(sorriso) Ha lasciato il Pd insieme a Sommese. Ebbene, Sommese ha già avuto l’assessorato in Campania!
Ma come lo ha conosciuto Lusetti?
Era nel gruppo di De Mita, mi è stato presentato quando Tanzi veniva giù in elicottero, e io viaggiavo con lui. Anche con De Mita ho avuto rapporti.
Sì?
Era in un brutto momento, quando volevano portarlo al Tribunale dei ministri…
E lei che c’entra?
Gliel’ho detto che alla Giustizia sono di casa.
Non ho capito ancora bene che cosa lei faccia.
Gliel’ho detto. Io sono amico di molti magistrati. Li faccio conoscere tra di loro, li seguo… Per esempio, il figliolo di Ferri, Cosimo, è un buono Guaglione, un ragazzo in gamba.
Ma quindi lei che fa, l’animatore?
Faccio un esempio, il procuratore di Avellino, Mario Romano… gli mancava un voto per essere nominato, e quel voto glielo ho trovato io.
Si ricorda tutti questi dati?
Ho una agenda, a casa, in cui ho segnato tutto: tutti i numeri, tutti i fatti, tutte le date dei miei incontri.
Altri sponsor?
Formigoni è un altro amico mio. Mi ha dato 20mila euro per dei convegni all’Hotel Gallia a Milano. Poi io l’ho invitato giù, può controllare, all’hotel Gran Principe di Sorrento. Vede Barbato, io sono amico delle massime autorità della giustizia. Però, da tutto quello che ho fatto non ho tratto interesse, non ho guadagnato nulla. Carboni e Martino sono imprenditori, è un altra storia.
E lei perché lo fa ?
Per la passione che ho, per la politica. Tutti i mercoledì sono a Roma. A Casini, che conosco dai tempi della Dc, incontrato davanti a un bar ho detto: ma perché non lo fai questo benedetto accordo?
Anche con membri del governo?
Ad Alfano gli ho detto: Ma cazzo! Queste intercettazioni! Le cose vanno prima fatte, e poi dette. Se era per me io l’avrei già fatto.
Ma lei cosa fa?
Io faccio questo lavoro di mantenere i rapporti con i magistrati, da 25 anni. Ho iniziato seguendo mio cugino, Giuseppe Faraone, che prima passò per il Csm, e poi fu distaccato all’agricoltura. Ora è morto.
Ma cosa fa per vivere?
Il perito demaniale. Lavoro in tutta Italia, anche grazie alle raccomandazioni, perché questo paese è così. Sono intervenuto anche presso Ugo Bergamo, membro laico del Csm, che ho contribuito a far diventare assessore a Venezia.
E la sua vita?
Ho tre figli. Bice, che è segretaria del sindaco Iervolino, ma che lavora anche con l’assessore Oddati, perché io ho ottimi rapporti pure con Bassolino. Gianfranco, che ha appalti con il ministero della Giustizia. Il terzo fa l’archietto, ma si occupa di perizie legali con i tribunali di Roma, Benevento e Napoli.
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