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Banda Bassotti, il Verdini s’incasina con le norme antiriciclaggio: per Bankitalia “gravi carenze ed irregolarità” La mappa delle contestazioni ed un po’ di gossip…

16 Ago

Credito Cooperativo Fiorentino

I rilievi della Banca d’Italia

Un conflittino da 60 milioni

Gli accertamenti su

Denis Verdini, dal

1990 presidente del CCF

ed alla sua Banca↓

Poteri reali: “Tutti accentrati sul Presidente”

Esecutivo della Banca: “Scarsamente autorevole”

Istruttorie sui finanziamenti: “Inadeguate”

Posizioni anomale: “Gestione inefficace”

Collegio sindacale: “Privo di indipendenza”

Azioni di recupero: “Non tempestive”

Conflitti di interesse: “Estesi profili”

Norme antiriciclaggio: “Gravi carenze ed irregolarità”

Margini patrimoniali: “In riduzione”

Livello di rischio: “Crescente”

Capacità reddituale: “Sostanziale azzeramento”

Modello mutualistico: “ampiamente disatteso”

Questa la foto che fissa la storia di un ventennio di gestione della Banca di Campi Bisenzio. Così Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, indagato nell’inchiesta sulla P3 (associazione segreta), con, tra gli altri, Fabio Carboni, pregiudicato per l’affare Banco Ambrosiano) gestiva la sua, oramai “ex” banca, in amministrazione straordinaria dal 27 luglio scorso dal Ministro Giulio Tremonti. Le iniziative creditizie, dice Bankitalia, erano in parte dirette al suo “gruppo familiare”: un conflittino di interessi da una sessantina di milioni di euri, condito da saporose spruzzatine di ipotesi di corruzione e riciclaggio.

Il Verdini, anziche dare una mano ai piccoli imprenditori, concentrava le sue attenzioni, ed i suoi affidamenti al suo, in giro si dice amico, si dice socio, Riccardo Fusi (“quando devo parlare con qualcuno a Roma telefono a Denis”), del Gruppo Fusi-Bartolomei. Grande esempio questo di sensibilità sociale, di attenzione alle problematiche del territorio.

Denis Verdini, recentemente:

Corruzione per gli appalti sull’eolico

Reato di concorso corruzione

Indagato per rapporti economico-finanziari tra il Credito cooperativo fiorentino e la Baldassini Tognozzi Pontello (Btp)

Accertamento disposto dagli inquirenti in seguito all’acquisizione degli assegni circolari per 800mila euro – con causali diverse e non tutti Unicredit – negoziati in gran parte da Antonella Pau, moglie di Carboni.

Verifiche sui conti Unicredit si riallacciano a una complessa serie di accertamenti avviati dalla Guardia di Finanza che abbracciano diverse operazioni sospette. Al centro c’e’ il versamento di 2,6 milioni di euro da parte della Societa’ Toscana Editrice (Ste) a favore di Denis Verdini e Massimo Parisi: questi ultimi ricevono la somma per la vendita di un pacchetto azionario della societa’ Nuova Editrice Toscana.


Gossip:

Denis Verdini, coordinatore nazionale Pdl, ex presidente dalla Credito Cooperativo Fiorentino, attualmente in amministrazione straordinaria per volere di Giulio Tremonti, è titolare del 15% della società editrice de il Foglio. Indagato con Flavio Carboni. Ugo Cappellacci, Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino per violazione della legge Anselmi.

Nel febbraio 2010 è stato indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione, riguardo ad alcune irregolarità a lui imputabili su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena, sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8 (poi spostato a L’Aquila). Il gip si riserva la decisione di ricorrere ad eventuale rinvio a giudizio.

Nel maggio 2010 è indagato dalla Procura di Roma in un’inchiesta su un presunto comitato d’affari, la cosiddetta “cricca”, che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita.

Nel luglio 2010 vennero arrestati l’imprenditore Flavio Carboni, coinvolto a Roma in un’inchiesta che puntava a scoperchiare una cupola che avrebbe avuto interesse nella gestione degli appalti sull’energia eolica in Sardegna (che vede indagato anche il governatore PDL della Sardegna Ugo Cappellacci), insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Democrazia Cristiana e all’imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli. Queste persone vennero accusate dalla Procura di Roma di aver eserciato presunte forzature sui giudici della Corte Costituzionale al fine di favorire il giudizio di legittimità costituzionale sul Lodo Alfano, di aver sostenuto la riammissione della lista civica regionale “Per la Lombardia”, collegata al candidato di centrodestra alle elezioni regionali del 2010 e successivamente eletto governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni e, infine, di aver favorito la nomina a presidente della Corte d’Appello di Milano al pm Alfonso Marra.

Dall’inchiesta è emerso che il 23 settembre 2009 avrebbe avuto luogo un incontro presso l’abitazione di Denis Verdini, a cui avrebbero preso parte l’imprenditore Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. In questa riunione si sarebbe delineata la strategia di persuasioni indebite da adottare sui giudici della Consulta intorno all’approvazione del lodo che, il 7 ottobre 2009, verrà poi bocciato perché ritenuto incostituzionale. Il leader dell’Italia dei Valori Antonio di Pietro ha definito la cupola che si sarebbe costruita attorno a Flavio Carboni una “nuova loggia massonica“, con le stesse caratteristiche della vecchia loggia Propaganda 2. Pierluigi Bersani, leader del Partito Democratico, ha chiesto all’esecutivo di far luce sulla vicenda, mentre il senatore dell’UDC Giampiero d’Alia ha richiesto l’intervento della Commissione parlamentare Antimafia

[fonte Wikipedia]



Banda Bassotti, Lombardi al Gip: “parlavo con un giudice che non conta nulla”

17 Lug

P3 (AVATAR)

Paquale Lombardi

diversamente loquace

Dal magistrato che non conta nulla, alla giudice di cui non ricorda il nome, a Moratti, “Chillo do petrolio”, a De Mita… e di Denis Verdini che toglie le polpette di bocca alla gente…

Lombardi parla con tutti. Con il Gip e con Francesco Barbato e ne racconta più a Barbato (che non riconosce) che al Gip, in un italiano poco chiaro, (ecco perchè si parlavano al telefono in dialetto) un po’ confuso, che Marco Travaglio definirebbe ostrogoto, questa la dichiarazione di Pasquale Lombardi nell’interrogatorio di garanzia:

“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.

Quando ritenessero, i non precisati, che il Lombardi fosse in grado di arrivare ai giudici della Corte Costituzionale, cosa dovesse poi accadere rimane un mistero che non sembra chiarito.

“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.

Sarebbe interessante sapere se e quali meriti, prima dell’arresto, od anche dopo, siano stati acquisiti dal Lombardi agli occhi dei non precisati.

Nelle dichiarazioni, il detenuto, ammette anche di avere,  nel suo strampalato piano di acquisire meriti, contattato “il presidente emerito Cesare Mirabelli, che”, testuale, “non conta più nulla” per giungere ad un giudice donna di cui non ricorda il nome, ma che comunque gli era stato segnalato dal Pdl“Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009 e’ stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”. Quindi: chi del pdl ed a chi? Soprattutto è stato contattato qualcuno che non conta niente per arrivare ad una persona di cui non si sa il nome (?).

Il Lombardi ancora prosegue dicendo che il lodo Alfano non interessava molto e che le riunioni in casa di Denis Verdini servivano solo per parlare della candidatura alla presidenza della Regione Campania:

“Confermo – dichiara l’ ex giudice tributario – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo ed il giudice Miller. In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalita’ del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania. Nego che l’interessamento al giudizio di costituzionalita’ del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”.

Secondo Lombardi, poi, la politica può fare tutto, ed è quindi normale che degli amici magistrati lo contattino per ottenere nomine od incarichi direttivi:

“…ottenere o agevolare le rispettive nomine o incarichi direttivi”. “Sono persone con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale. Lo hanno chiesto proprio a me perche’ ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che puo’ fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”.

Ma c’è di più… Pasquale Lombardi, in chiaccherata informale con Francesco Barbato è un pò più loquace, o diversamente loquace, e di nomi

Flavio Carboni l'impaziente

ne ricorda parecchi,  ed anche afferma che è in galera perchè Flavio Carboni si è mosso troppo, senza pazientare. Afferma anche di non avere rapporti solo con Pdl, ma a trecentosessantagradi, già che gli amici non sono mai troppi. Alla fine, se ad un magistrato manca un voto per una nomina lo trova lui che lavora grazie a raccomandazioni, perchè in Italia funziona così, e che si occupa di intrallazzi per passione, senza guadarci nulla.

Lombardi con il Gip:

RASSEGNA STAMPA

Rainews24

Roma, 17-07-2010

Lombardi: puntavo ad

ingraziarmi Berlusconi

L’interesse per il Lodo Alfano? Un modo per ingraziarsi il Premier. E’ questa la spiegazione che Pasquale Lombardi, uno dei principali indagati nell’inchiesta sulla P3, ha dato nell’interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto. Un interrogatorio nel corso del quale ha parlato anche delle sue conoscenze in Cassazione in vista dell’esame del ricorso contro l’ordinanza di arresto per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino e delle richieste di intervento da parte di alcuni magistrati per agevolare l’ottenimento di incarichi direttivi.

“Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalita’ relativo al Lodo Alfano – ha dichiarato al gip il 10 luglio scorso – ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiche’ potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”.

“Ammetto – si legge nel verbale di interrogatorio – di aver contattato il presidente emerito Cesare Mirabelli, ma lui oramai non conta piu’ nulla. Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009 e’ stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”.

“Confermo – dichiara l’ ex giudice tributario – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo ed il giudice Miller. In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalita’ del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania. Nego che l’interessamento al giudizio di costituzionalita’ del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”.

A proposito di quest’ultimo, Lombardi afferma che gli chiese se conoscesse qualcuno in Cassazione perche’, per il 28 gennaio 2010, data fissata per la discussione del ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dalla magistratura napoletana. “Poiche’ era previsto uno sciopero degli avvocati – precisa – io ho chiamato il presidente Carbone per sapere se il ricorso sarebbe stato comunque trattato”.

Lombardi afferma, infine, che alcuni magistrati gli chiesero di interessarsi al fine di “ottenere o agevolare le rispettive nomine o incarichi direttivi”. “Sono persone – aggiunge – con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale. Lo hanno chiesto proprio a me perche’ ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che puo’ fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”.

Lombardi con Barbato:

RASSEGNA STAMPA

Il Fatto Quotidiano

di Luca Telese

“Io e la P3”. Corruzione globale

L’ex giudice tributario si confessa al deputato dell’Idv, Francesco Barbato, pensando di rivolgersi a un omonimo dell’Udeur

E Pasquale Lombardi sorrise: “Ah, tu sei Barbato? Mi fa molto, molto piacere la visita di un amico!” Il deputato rimase un attimo interdetto: “Veramente…”. Il detenuto troncò la discussione: “Sei dell’Udeur, no? E allora sempre la nostra grande famiglia democristiana è….”. Solo che il Barbato (Francesco) che era andato a trovare Lombardi nella cella, non era il Barbato dell’Udeur (Tommaso). Chissà se non sia stato questo equivoco iniziale, forse non del tutto chiarito nella conversazione successiva, a propiziare un incredibile colloquio carcerario, a tratti surreale, fra due mondi apparentemente incomunicanti: quello del dipietrista e quello del “numero tre” della cosiddetta P3.

Sta di fatto che, tre giorni fa, i due si ritrovano faccia a faccia in una cella angusta. Lombardi sdraiato sul lettino, Barbato seduto su uno sgabello. Il primo in maglietta bianca e pantaloni celesti, il secondo in giacca e cravatta. Il detenuto, ex grand commis della giustizia, l’uomo di collegamento tra il gruppo di Flavio Carboni e l’arcipelago della giustizia ha voglia di raccontare e di raccontarsi. Ad esempio con delle rivelazioni sui suoi rapporti con i leader di centrodestra e di centrosinistra (da Lusetti e De Mita ad Alfano, Cappellacci e Formigoni); ma anche con i retroscena di una incredibile rete di relazioni che mette insieme esponenti togati, travet ministeriali, raccomandazioni e convegni. Forse a tratti la ricostruzione si impreziosisce di qualche piccola millanteria. Forse talvolta la tentazione del colore addomestica gli eventi. Sta di fatto che il racconto di Lombardi è in ogni caso un documento incredibile per restituire “il tono” e il retroscena delle inchieste che stanno mettendo a soqquadro il Palazzo. Il deputato dell’Italia dei valori entra nella cella con un block notes immacolato, e ne esce con una mole d’appunti tale da dover riempire anche la copertina. Questo è il resoconto del dialogo fra lui e il detenuto.

Dottor Lombardi, perché lei è qui?
(Sorriso) Questa è una bella domanda. Il Pm, uno che mi ha preso di mira, dice che io ho molti rapporti con la magistratura. Questo, dopotutto è vero. Tutta la storia inizia perché io organizzo convegni.

In che senso?
Sì, convegni. Ne faccio dai 20 ai 25 l’anno. Scelgo i posti più belli d’Italia. Chiamo i migliori relatori, gli pago le spese. A che serve questo? A far parlare le persone, a farle conoscere.

Che tipo di convegni?

Sulla giustizia, sulle regole… Io ho un gruppo di ospiti di primissimo piano: c’è Arcibaldo Miller che conosco da trent’anni, e che più di un amico, è roba mia… e poi ci sono Martone, Caliendo, il fratello di Peppino Gargani che è doppiamente importante perché Peppino era responsabile giustizia di Forza Italia…

Ci sono solo magistrati?
No, anche dei politici. Ad esempio in Sardegna doveva venire anche Alemanno, e poi ha mandato il suo capo gabinetto, Sergio Gallo.

Come mai?
Sergio è una mia creatura. Di Cervinara, come me. Sono stato io a favorire il suo ingresso in quella squadra, a fargli avere in trasferimento al Comune.

Lei riesce a fare tutte queste cose?
(Sorriso). Anche di più.

Però non è un momento felicissimo, immagino.
Ehhh.. Se io sto in galera, oggi, è per colpa dei miei. Barbato, voi dovete seguirmi, un giorno, e io vi faccio conoscere tutta Forza Italia…..

Ma che c’entra la galera?
Vede, Carboni si è mosso troppo. Ha iniziato troppo presto, e invece doveva stare fermo. Pazientare, attendere, si fa così. Io avrei potuto andare da qualche amico magistrato…

E invece?
Il casino dell’eolico è scoppiato perché Verdini ha tolto di bocca la polpetta di un grande affare dalla bocca di De Benedetti e di Moratti, chill’do petrolio…

So chi è Moratti…
Il più rosso dei magistrati è proprio questo Capaldo, che mi tiene sotto tiro.

Lei mi stava spiegando dei convegni.
Ecco. L’ultimo lo abbiamo fatto in Sardegna. Me lo ha finanziato Cappellacci, con 50mila euro, su 150 di spese previste. Non è poco.

E come lo ha conosciuto?
Cappellacci si mette sempre a disposizione. L’ho conosciuto addirittura prima che diventasse presidente, tramite un amico mio, avvocato di Napoli.

Ma quando parla di se, a chi fa riferimento: a un partito, a una corrente?
I miei riferimenti nel Pdl sono Cosentino, Caliendo e l’avvocato Ignazio Abrignani, uno che è fortissimo perché fa una montagna di tessere…

Però lei si è adoperato anche per altre candidature alla guida della regione Campania.
Ma solo dopo che è tramontata la possibilità di eleggere Cosentino! Ho tifato per avere Lettieri…. Ma guardi che non ho rapporti solo con il Pdl!

No?
No, è importante avere amicizie a 360 gradi….

Ad esempio?
Beh, Lusetti. Lusetti l’ho fatto deputato io… Si è candidato nel mio collegio, e solo nel mio comune, per dire, ha preso 1200 voti.

E’ passato da poco dal Pd all’Udc.
Perché gli ho fatto una testa così io. Gli ho fatto il lavaggio del cervello…

Ma perché?
Perché, perché…. Renzo, se l’Udc entra al governo, ha il posto da sottosegretario già prenotato

Però forse l’Udc non entra.
E allora se Casini non fa l’accordo, lui o passa in ogni caso nel Pdl, e sempre sottosegretario può diventare. Lusetti mi sta a sentire, fa quello che dico io….

Sarà vero?
(sorriso) Ha lasciato il Pd insieme a Sommese. Ebbene, Sommese ha già avuto l’assessorato in Campania!

Ma come lo ha conosciuto Lusetti?
Era nel gruppo di De Mita, mi è stato presentato quando Tanzi veniva giù in elicottero, e io viaggiavo con lui. Anche con De Mita ho avuto rapporti.

Sì?
Era in un brutto momento, quando volevano portarlo al Tribunale dei ministri…

E lei che c’entra?
Gliel’ho detto che alla Giustizia sono di casa.

Non ho capito ancora bene che cosa lei faccia.
Gliel’ho detto. Io sono amico di molti magistrati. Li faccio conoscere tra di loro, li seguo… Per esempio, il figliolo di Ferri, Cosimo, è un buono Guaglione, un ragazzo in gamba.

Ma quindi lei che fa, l’animatore?
Faccio un esempio, il procuratore di Avellino, Mario Romano… gli mancava un voto per essere nominato, e quel voto glielo ho trovato io.

Si ricorda tutti questi dati?
Ho una agenda, a casa, in cui ho segnato tutto: tutti i numeri, tutti i fatti, tutte le date dei miei incontri.

Altri sponsor?
Formigoni è un altro amico mio. Mi ha dato 20mila euro per dei convegni all’Hotel Gallia a Milano. Poi io l’ho invitato giù, può controllare, all’hotel Gran Principe di Sorrento. Vede Barbato, io sono amico delle massime autorità della giustizia. Però, da tutto quello che ho fatto non ho tratto interesse, non ho guadagnato nulla. Carboni e Martino sono imprenditori, è un altra storia.

E lei perché lo fa ?
Per la passione che ho, per la politica. Tutti i mercoledì sono a Roma. A Casini, che conosco dai tempi della Dc, incontrato davanti a un bar ho detto: ma perché non lo fai questo benedetto accordo?

Anche con membri del governo?
Ad Alfano gli ho detto: Ma cazzo! Queste intercettazioni! Le cose vanno prima fatte, e poi dette. Se era per me io l’avrei già fatto.

Ma lei cosa fa?
Io faccio questo lavoro di mantenere i rapporti con i magistrati, da 25 anni. Ho iniziato seguendo mio cugino, Giuseppe Faraone, che prima passò per il Csm, e poi fu distaccato all’agricoltura. Ora è morto.

Ma cosa fa per vivere?
Il perito demaniale. Lavoro in tutta Italia, anche grazie alle raccomandazioni, perché questo paese è così. Sono intervenuto anche presso Ugo Bergamo, membro laico del Csm, che ho contribuito a far diventare assessore a Venezia.

E la sua vita?
Ho tre figli. Bice, che è segretaria del sindaco Iervolino, ma che lavora anche con l’assessore Oddati, perché io ho ottimi rapporti pure con Bassolino. Gianfranco, che ha appalti con il ministero della Giustizia. Il terzo fa l’archietto, ma si occupa di perizie legali con i tribunali di Roma, Benevento e Napoli.


Banda Bassotti, il Csm trasferisce Marra

15 Lug

RASSEGNA STAMPA

La Repubblica

P3 (AVATAR)

P3, il Csm trasferisce Marra
“Incompatibilità ambientale”

L’avvio della procedura da parte della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. Il nome del togato appare in alcune intercettazioni dell’inchiesta sugli appalti per l’eolico. Verrà ascoltato nei prossimi giorni. La prima reazione: “Non c’entro nulla”

ROMA – La prima commissione del Csm ha deciso di avviare la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale per il presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra, il cui nome appare in alcune intercettazioni dell’inchiesta sugli appalti per l’eolico 1. La decisione è passata con quattro voti a favore. A votare per l’avvio della procedura di trasferimento di ufficio sono stati i consiglieri Pilato, Fresa, Volpi e Patrono. Non ha partecipato al voto, invece, Giuseppe Maria Berruti che nelle intercettazioni viene indicato come il consigliere che rappresentava il maggior ostacolo alla nomina di Marra. Ha votato contro il laico del centrodestra Gianfranco Anedda.

La Prima Commissione, che aveva chiesto pochi giorni fa al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica dopo gli sviluppi dell’inchiesta nella quale figurano nomi importanti della magistratura, ha deciso quindi di muoversi senza esitazioni. Di Alfonso Marra parlano alcune delle persone finite in carcere per l’inchiesta della Procura di Roma, facendo riferimento a pressioni su alcuni consiglieri del Csm per favorire la sua nomina alla guida della Corte d’Appello di Milano.

Quanto agli altri magistrati – tra cui il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller – citati nell’ordinanza di custodia cautelare del gip la Prima Commissione ha disposto un’istruttoria chiedendo all’autorità giudiziaria gli atti anche per capire la loro esatta posizione e le eventuali contestazioni nei loro confronti. “Sono tranquillo – ha commentato Marra – io non c’entro niente in questa vicenda. Sono contento che il Csm abbia aperto la procedura così si chiarirà la mia posizione”.

Fiorella Pilato, presidente della prima Commissione del Csm, chiuderà entro lunedì prossimo il documento con le contestazioni rivolte a Marra, che verrà convocato nei prossimi giorni per essere ascoltato. Obiettivo della Prima commissione è quello di chiudere l’iter del trasferimento per incompatibilità ambientale entro la fine della consiliatura, il 31 luglio prossimo. I tempi tecnici non permetteranno di
portare in plenum la questione Marra prima di settembre. Gli atti, infatti, devono essere depositati e il magistrato ha 20 giorni di tempo per mettere a punto la sua difesa.

Nel frattempo, la Commissione ha chiesto all’autorità giudiziaria di Roma di riferire se vi siano anche altri magistrati coinvolti oltre a quelli già emersi dalle intercettazioni. Da notizie di stampa, infatti, alla prima Commissione risulta che in una delle intercettazioni non allegate all’ordinanza di custodia cautelare di Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, vi sarebbe anche il nome di Umberto Marconi, presidente della Corte d’appello di Salerno, in riferimento alla vicenda dell’ex sottosegretario Cosentino 2.

(15 luglio 2010)

Banda Bassotti: testo intercettazioni (Martino & Cosentino)

14 Lug

22 settembre ore 11,21:  La maggioranza regge: 308 a 285: negata l’autorizzazione ad usare le intercettazioni di Cosentino (i finiani votano con l’opposizione)

22 settembre-Corriere della Sera, Cosentino: segui il dibattito alla Camera in video

RASSEGNA STAMPA

L’Espresso

di Lirio Abbate e Emiliano Fittipaldi

P3 (AVATAR)

Cosentino e soci, ecco le intercettazioni

E’ il 2 febbraio 2010. L’imprenditore Arcangelo Martino chiama Nicola Cosentino. Stefano Caldoro è da poco il candidato ufficiale per il Pdl per la Regione Campania.

MARTINO Pronto?
COSENTINO Pronto?
MARTINO Caro ma sei scomparso
COSENTINO Uè, no stavo qua, al legittimo impedimento da stamattina a votare
MARTINO Ma mi hanno detto che ti sei abbracciato fisicamente, forte, al candidato presidente
COSENTINO Eh, si,si
MARTINO Fai attenzione all’AIDS (ride)

Le telefonate tra i due intercettate dagli investigatori romani che lavoravano sulla cricca di Flavio Carboni sono decine. Il sottosegretario all’Economia, già indagato per concorso esterno in associazione camorristica dai pm di Napoli, è iscritto a Roma anche per associazione a delinquere e violazione sulle norme per le società segrete. Secondo i giudici il capo del Pdl di Napoli avrebbe brigato con gli esponenti della cosiddetta P3 per distruggere con falsi dossier il candidato alla Regione Stefano Caldoro (compagno di partito, poi eletto). In più, avrebbe brigato per far esercitare pressioni sull’ex presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, in modo da ottenere un anticipo dell’udienza sul ricorso, da lui presentato, contro l’ordinanza di arresto emessa nei suoi confronti a novembre 2009. Ieri sera, ha negato ogni coinvolgimento. «Mi chiedo quando si finirà di usare la magistratura per altri fini», ha detto irato. I giudici hanno però in mano intercettazioni che Nik ‘O mericano dovrà spiegare. Le telefonate, pubblicate in esclusiva da L’espresso, raccontano infatti che Cosentino è stato protagonista assoluto delle manovre della cricca composta da Pasquale Lombardi, Flavio Carboni e Arcangelo Martino, tutti e tre arrestati nei giorni scorsi.
Andiamo con ordine. E’ il 24 settembre 2009. Pasquale Lombardi chiama Cosentino. Gli dice che il giorno prima in un incontro con Denis Verdini, Marcello Dell’Ultri e Flavio Carboni la sua candidatura alla successione di Bassolino si è rafforzata:


COSENTINO Pasqualino?
LOMBARDI Uè, habemus papam, lo sai?
COSENTINO Habemus papam?
LOMBARDI Si, si, e allora ieri abbiamo tenuto una riunione con i tuoi vertici dove abbiamo consolidato la tua candidatura a cons…, a Presidente, ne abbiamo parlato (inc) Arcangelo perché ieri abbiamo fatto un lungo discorso proprio con il vertice, ci mancava solo Silvio e poi stavano tutti là
COSENTINO Chi c’era, chi c’era
LOMBARDI Il segretario generale chi è ? VERDINI
COSENTINO Eh
LOMBARDI Quello che comanda insieme a fa… a era DELL’UTRI
COSENTINO Chi era VERDINI, DELL’UTRI?
LOMBARDI e quell’altro che è più forte ancora di tutti e 3, è CARBON…
COSENTINO E CARBONE, eh
LOMBARDI Poi altri due ancora che non ti faccio i nomi, perché sono i migliori magistrati d’Italia
COSENTINO Ah
LOMBARDI Eh
COSENTINO A ma (inc) stavano, stavano pure loro a cena?
LOMBARDI (inc) all’una e mezza a casa di VERDINI

Le telefonate per rafforzare la candidatura di Cosentino sono vorticose. Sembra fatta per il casalese, ma a novembre le cose si mettono male: i pm di Napoli chiedono l’arresto del sottosegretario. La conquista della Campania, ora, sembra un miraggio. Lombardi, però, inizia a fare pressioni su Vincenzo Carbone, presidente della Corte di Cassazione, per far anticipare l’udienza che deve discutere il ricorso contro l’arresto presentata da Cosentino. Il tempo stringe: il gruppetto vuole che si faccia prima che Stefano Caldoro venga nominato da Berlusconi candidato ufficiale.
Il 7 gennaio 2010 Lombardi chiama l’amico Carbone:

CARBONE Pronto?
LOMBARDI Presidente (le voci si sovrappongono)
CARBONE Ah buongiorno… inc…
LOMBARDI Dicevo tu stai in Cassazione stamattina?
CARBONE Si, si stamattina
LOMBARDI Allora ti raggiungo verso le undici e mezzo, mezzogiorno…inc… vieni a colazione con noi oggi?
CARBONE Mo vediamo, se posso si, per carità.
LOMBARDI …inc….mezzogiorno stongo da te.
CARBONE ok, ciao.
LOMBARDI Ciao.

Il giorno dopo, Carbone chiama l’amico e chi dice che l’udienza si farà il 28 gennaio. Subito dopo Lombardi avverte Cosentino.


LOMBARDI Pronto!
DONNA Ingegnere buonasera, le passo il Presidente
CARBONE 28 gennaio
LOMBARDI Preside’ quando?
CARBONE Il 28 gennaio
LOMBARDI 8?
CARBONE 28!
LOMBARDI Ah 28 gennaio…e n’à putimmo fà nu poco prima e ve?
CARBONE Statte buono
LOMBARDI Ok grazie ciao, ciao
COSENTINO Allora? Pronto?
LOMBARDI gennaio
COSENTINO Quando?
LOMBARDI 28 gennaio
COSENTINO Prima non si riesce?
LOMBARDI No, pecchè sennò aviva cagnà e nun era cosa (No, perché sennò dovevi cambiare e non era cosa)…
COSENTINO E vabbuò però mo si so pigliati 20 jorni i tiempo ja (eh, vabbè, ma adesso si sono presi venti giorni di tempo, dai)
LOMBARDI Eh…nun ce sta! Chello, na vota a settimana si, si riunisce a a prima commission… a prima sezione (Quello una volta alla settimana si riunisce la Prima Commissione, la Prima Sezione)
COSENTINO Ah, Ah, Ah
LOMBARDI (inc) là, là, ha faticato o’ cristiano perché sennò in seconda Sezione non era bona…, hai capito? (là, là ha faticato la persona perché sennò in seconda sezione non era buono, hai capito?)
COSENTINO Nun ce la facimmo il 21, nun la ponno fa’ il 21? (Non ce la facciamo per il 21, non la possono fare il 21?)
LOMBARDI Nun ce la fanno è pieno!

Le telefonate si susseguono nei giorni successivi. La candidatura di Caldoro si fa sempre più probabile, le pressioni sulla Cassazione continuano. Il ricorso, alla fine, verrà rigettato. Scatta, sostengono gli investigatori, il piano B: demolire Caldoro diffondendo finti dossier sulle sue preferenze sessuali. Cosentino sembra, leggendo le intercettazioni, tra i registi dell’operazione, insieme a Lombardi e il futuro assessore Ernesto Sica, dimessosi poche ore fa. Un piano iniziato prima ancora della decisione della Cassazione. Il 18 gennaio Cosentino e Martino fanno una telefonata, secondo gli investigatori, di notevole rilevanza: il sottosegretario fa il nome dell’albergo dove Caldoro avrebbe avuto incontri con i transessuali: il Miravalle. Il nome dell’albergo che finirà nel dossier pubblicato su un blog poche settimane dopo.



MARTINO Come stai?
COSENTINO Bene, ti segni questo appunto?
MARTINO Si un attimo solo me lo segno (pausa) ero lontano dagli attrezzi di lavoro
COSENTINO Grave, gli attrezzi di lavoro sempre
MARTINO E chi li perde mai, ecco qua
COSENTINO Allora
MARTINO Si
COSENTINO MIRAVALLE
MARTINO MIRAVALLE
COSENTINO Si, questo sta a via degli ASTRONI, cioè quando alla rotonda di Agnano sali sopra nella (inc) anno dovrebbe essere tra il 1999 ed il 2000
MARTINO Ah, 99, 2000
COSENTINO Vabbene?
MARTINO Okay, okay, buon lavoro

Il gruppetto inizia a far diffondere la voce dei falsi incontri di Caldoro, sperando che la voce convinca i vertici del Pdl a ritirare la candidatura. Cosentino, Sica e Martino si incontrano per parlare della questione pure, dicono gli investigatori, al casello di Caserta Nord. Nelle telefonate intercettate le voci di Carboni, Dell’Utri e Verdini. Il 21 gennaio una chiamata tra Cosentino e Martino convince gli investigatori del carattere «ricattatorio» dell’operazione. Cosentino dice che le notizie dovrebbero essere trattate in maniera più spregiudicata, Martino replica che ci sarà chi lo fara per loro.

MARTINO Si
COSENTINO Arcangelo?
MARTINO NIC, come stai?
COSENTINO Bene, bene
MARTINO Allora com’è finita la storia?
COSENTINO Eh, io cioè lo danno per confermata, però non è uscito alcun comunicato
MARTINO Mh è molto strana, confermata chi la dà confermata se non ci sta il comunicato? Ti pare?
COSENTINO Beh, cioè la danno per acquisita ma non c’è un comunicato in cui dice…, anche se il comitato ieri ha approvato insomma, ha letto i nomi e c’era pure lui
MARTINO Si lo so che c’è pure lui, io ho chiesto anche qua, dice vabbè lui c’era
COSENTINO (inc)
MARTINO Embè se lui c’era, ovviamente se ne son fregati?
COSENTINO Eh eh io penso di si e quindi sarebbe opportuno che queste cose venissero evidenziate in un modo diciamo meno, meno…
MARTINO E vabbè, ma questo prima o poi qualcuno lo farà e non saremo né io e né tu

COSENTINO E vabbuò e noi che interessi teniamo, giustamente
MARTINO Eh?
COSENTINO Noi non abbiamo alcun interesse a tagliarci i coglioni
MARTINO No vabbè vabbè certo è chiaro però COSENTINO (inc) ne avranno certamente di interessi
MARTINO Molti altri lo potrebbero fare
COSENTINO Certo
MARTINO Poi io direi se la cosa è così, correggimi se sbaglio,
COSENTINO Si
MARTINO (inc) passare fra sette otto giorni
COSENTINO Sono d’accordo con te d’accordo
MARTINO Hai capito? Visto che questi se ne fottono, io questa la chiamo arroganza
COSENTINO È arroganza, esatto, è arroganza
MARTINO Ti pare o no?
COSENTINO È certo, è certo
MARTINO E scusa, ma noi ci muoviamo, dici, guardate attenzione c’è una buca, loro ci vogliono andare dentro, o no?
COSENTINO Sono d’accordo
MARTINO E se loro vogliono cadere lì, e allora e allora è un problema serio
COSENTINO È serio, proprio serio
MARTINO Perché questi, vabbuò ma noi per NICOLA l’abbiamo buttato dentro al fosso, questo qua dice, vabbè voi il fosso ve lo abbiamo fatto vedere e voi dite vabbè andiamoci dentro tutti quanti, hai capito?
COSENTINO Si, si, si, si
MARTINO  A me mi pare proprio una fetenzia, a te che te ne pare?
COSENTINO A me me ne pare una porcata proprio
MARTINO E si perchè non è possibile che si facciano ste cose, capito?
COSENTINO No cioè se, l’unica cosa è che non hanno ancora acquisito del tutto direttamente diciamo, riscontri e informazioni, ma nel momento in cui, secondo me, loro acquisiranno, riscontri oggettivi, oggettivi, eh, troveranno il sistema per dire…
MARTINO E che dici, ma non è vero, ma quà, là eccetera
COSENTINO Hai capito? Perché mo adesso è vero, non è vero cose di questo genere
MARTINO Eh, ho capito pèrò se incominciano a cavalcarla, se incominciano a cavalcarla politicamente secondo me diventa un problema recuperarla
COSENTINO Eh MARTINO Il danno, il danno, il danno lo avranno
COSENTINO Lo avranno e lui si dovrà fare da parte, senti a me!

Il 27 gennaio 2010 la strategia va avanti. Per Cosentino l’importante è sbarazzarsi del rivale. In Una telefonata con Martino, dice che «andiamo avanti sull’altra cosa, basta che togliamo di mezzo quello là stiamo apposto». I due parlano della documentazione, che secondo gli inquirenti si starebbe componendo in un dossier contro Caldoro:



MARTINO Qua la cosa importante è culattone
COSENTINO Eh, si, si, si vabbuò
MARTINO E poi vediamo che succede perchè poi domani sera c’è la prova, no
COSENTINO Eh, domani vediamo un po’ che cosa succede
MARTINO E domani dice: vabbuò togliamo a culattone, adesso parliamo
COSENTINO Bravo, bravo, bravo, bravo
MARTINO Ti pare?
COSENTINO D’accordissimo, questo è l’obiettivo principale, poi tutti il resto è…
MARTINO Il resto viene poi riconsiderato lungo il percorso del programma di lavoro
COSENTINO Vabbene, siamo malleabili ed elastici Il gruppetto si impegna per scrivere quella che chiamano la relazione. Il 28 gennaio commentano Cosentino e Martino:
MARTINO Allora tu devi portà la relazione, vuoi fare il convegno? Porta la cazzo di relazione, perché sennò la scrivo io e non ne parliamo più
COSENTINO Bravo bravo, bravo
MARTINO Se sai scrivere, se poi non sai scrivere io lo so fare perché non sono fesso, sono pure un poco laureato, come te, io non so che cazzo faccia nella vita
COSENTINO Non lo so manco io
MARTINO Forse farà i pompini pure lui, che ne so, ci stanno tanta gente qua
CALDORO, coso, tutti questo fanno questi, i bocchini,
COSENTINO I bocchiniani (inc)
MARTINO Ma tu mi (inc) assai quando dicesti quel gruppo di ricchioni, di frocetti, di frocetti
COSENTINO Di frocetti, ma io sono lungimirante
MARTINO Eh, lo so no tu sta cosa te la porti appresso perché sei stato un grande
COSENTINO Si, si il fatto dei frocetti questo rimarrà nella storia

La “relazione” arriva più tardi:

MARTINO come stai caro?
COSENTINO Bene bene
MARTINO Allora ti posso interrompere un minuto mi puoi ascoltare?

COSENTINO Si , si

MARTINO Io ho ricevuto una, quella relazione attraverso il fax

COSENTINO Si
MARTINO E l’ho letta. Ho detto a lui di portartene una copia subito, che tu la devi esibire anche tu
COSENTINO Si
MARTINO Ho detto a lui porta una copia in tasca anche tu
COSENTINO Si
MARTINO Allora lì ci sono tutte cose circostanziate, definite e puntuali di date, di dove va, ma va fino all’altro ieri eh, attenzione
COSENTINO Ah
MARTINO Questo è metodico
COSENTINO Addirittura
MARTINO Fino all’altro…, si è metodico va fino all’altro ieri eh, e là sanno ovviamente con chi va, tra i clienti è molto conosciuto, chi si porta, alti, belli, biondi, coso, occhi azzurri, eccetera
COSENTINO Mh mh
MARTINO Hai capito, quindi sono…, la lista è molto lunga ovviamente chi non vuole vedere non vede perché se abbiamo degli sciagurati dice a noi che ce ne importa, dice vabbè ma abbiate bontà, allora fatevelo voi sta cosa e toglietevi da davanti alle palle. Questo è un lavoro molto certosino, fatto, eh molto lungo, molto importante, ho detto deve portare una copia a te e dice voi volevate le cose, eccole qua
COSENTINO La relazione riguarda soltanto quell’aspetto là o pure l’altro
MARTINO No l’altro c’è pure quello, però questo è una cosa che come fece quel Piero là,
COSENTINO Mh, si si
MARTINO Che poi è stato visto tutto dopo, qua lo si vede prima, e scusate questo lo fa tutti i giorni mo, e con queste date ovviamente appena esce ci sta chi le mette fuori COSENTINO Vabbè, vabbè,
MARTINO Ci fa il servizio anche ben probante e pulito
COSENTINO Vabbene io verso le quattro, quattro e mezzo lo dovrei vedere
MARTINO Lo so gliel’ho detto è inutile che vieni da me ora corri subito da NIC e portacene (inc) lui te le spiega anche
COSENTINO Vabbè
MARTINO Io credo che questa sia la svolta. Io ti chiamerò tra un’ora perché ti do anche le cose tue perché mi hanno già chiamato
COSENTINO E è finita
MARTINO E lo so

Il 5 febbraio 2010, quattro giorni prima che il testo diffamatorio contro Caldoro venga pubblicato sul blog http://www.campaniaelezioni.altervista.org , Nicola Cosentino spedisce un sms all’amico Martino. Ecco il testo e la successiva telefonata tra i due:

« Dici a nicola che dovrebbe uscire il rapporto di caldoro con i trans, forse del problema ha parlato anche un pentito, che fine abbiamo fatto, siamo finiti in un mondo di froci. Povero Berlusconi»
MARTINO Si
COSENTINO Hai letto il messaggio che ti ho mandato?
MARTINO No caro, non l’ho letto
COSENTINOE leggilo, questo è quello che hanno mandato a me ve.., sabato
MARTINO Ah si
COSENTINO E io lo rigiro a te
MARTINO Ah e mo me lo leggo subito allora
COSENTINO Vabbene
MARTINO Vabbene caro ciao
COSENTINO Ciao

Il 9 febbrio esce sul blog un testo devastante contro Caldoro. Titolo: «Un Marrazzo in pectore: le passioni strane di Caldoro».

Banda Bassotti: indagati Dell’Utri e Cosentino

13 Lug

RASSEGNA STAMPA

La Repubblica

P3

L’INCHIESTA

P3 (AVATAR)

Eolico, indagati Dell’Utri e Cosentino
“Carboni voleva influenzare i pm del G8”

Altri due esponenti del Pdl sotto la lente dei magistrati. Nuove accuse contro l’imprenditore arrestato insieme all’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e dell’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino. Idv: “Mozione di sfiducia contro il sottosegretario”. Martone lascia la toga

ROMA – Anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino sono indagati a Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla cosidetta P3 1nata da uno stralcio dell’indagine degli appalti sull’eolico in Sardegna. Dell’Utri e Cosentino sono accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete.


Carboni.
Secondo i magistrati, inoltre, Flavio Carboni, dell’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e dell’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino, arrestati nell’ambito dell’inchiesta stralcio sugli appalti per l’eolico (che vede chiamato in causa anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini 2), volevano avvicinare i magistrati della procura di Firenze che stavano indagando sui Grandi Eventi  e sugli appalti legati al G8. Secondo la ricostruzione il gruppo utilizzava l’associazione culturale “Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà” come strumento “per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura”. Tra le iniziative “l’invito al convegno milanese programmato per il marzo 2010 (e poi annullato) rivolto ai magistrati della Procura di Firenze dopo l’esecuzione di alcune misure cautelari ad opera di quell’ufficio, nel mese di febbraio  2010, in relazione ad alcune ipotesi di reato che coinvolgevano rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo politico e dell’imprenditoria”. Il progetto però non andò in porto perchè fu annullato allorchè fallì l’intervento per fare accogliere il ricorso elettorale della lista ‘Per la Lombardia’ di Roberto Formigoni. “Nessuno di noi è stato avvicinato proprio perchè nessuno è andato a quel convegno” conferma Il procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi.

Dell’Utri. Il nome di Dell’Utri è citato nella cena della sera del 23 settembre scorso, in casa di Verdini. A quell’incontro presero parte oltre a Carboni e Dell’Utri, anche Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, l’onorevole Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Dell’utri avrebbe partecipato anche ad altre due riunioni, avvenute il 9 e il 13 dicembre scorso, l’una in casa di Verdini e l’altra in Sardegna, a cui presero parte Carboni e gli altri, tra cui lo stesso governatore Cappellacci.

Idv contro Cosentino. “Adesso basta. Cosentino deve fare la stessa fine che ha fatto Brancher. Se ne vada a casa e si metta a disposizione dei magistrati”A questo Paese non servono i vari Dell’Utri, Cosentino, Verdini che operano contro e non per la democrazia. L’Italia dei Valori, già da domani, presenterà una mozione di sfiducia nei confronti di Cosentino” afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Pronti a votare la mozione” dice il centrista Pierferdinando Casini.

All’attacco anche i finiani. “Chiediamo le dimissioni di Cosentino e non da oggi. La questione morale non può più essere negata, nè da Bondi, nè da La Russa – dice il deputato Fabio Granata – Sulla questione morale nessuno potrà tapparci la bocca: auspichiamo che anche su Cosentino, come su Verdini, il Pdl tolga dall’imbarazzo i parlamentari. E non solo i cosiddetti finiani”.

Cosentino reagisce. “Sono accuse surreali,basta con l’uso politico giustizia – replica il sottosegretario all’Economia – Questa volta mi pare si tratti di una sorta di ‘banda del torchio’, dal sapore davvero surreale. Mi chiedo quando e se si finirà di usare la magistratura per altri fini. In ogni caso, anche questa volta, le impronte digitali sono le stesse”.

Martone. Nel frattempo Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione che nei giorni scorsi ha deciso di lasciare la magistratura, si difende in una lettera aperta al presidente dell’ Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara: “”Ribadisco con forza che non ho mai fatto pressioni sui giudici della Corte Costituzionale e che sono completamente estraneo a tutti gli episodi che i giornali hanno tratto dall’ ordinanza del Gip”. Martone smentisce di aver partecipato alla cena del 23 settembre scorso nella casa romana del coordinatore del Pdl Denis Verdini nel corso della cena si sarebbe discusso di un tentativo di avvicinamento dei giudici della Consulta che dovevano decidere sul Lodo Alfano. “Non sono un frequentatore di salotti – ribadisce Martone – e il 23 settembre del 2009 non ho partecipato ad alcuna cena, come da giorni  tento disperatamente di precisare con scarso successo agli organi di stampa”.

(12 luglio 2010)

Ossessione omosessuale nel pressi della P3.

11 Lug

RASSEGNA STAMPA

La Repubblica

La Banda Bassotti

Banda Bassotti

Cene e visite a Palazzo Chigi

Verdini e i manovali

della nuova P3

Una rete invisibile tra nomine, appalti e pressioni. Dall’eolico ai Grandi eventi, tante trame, ma sempre con un ruolo decisivo. Del gruppo fanno parte editori e imprenditori. Ma anche massoni e uomini di Stato

“CHE fine abbiamo fatto, siamo finiti in un mondo di froci. Povero Berlusconi!”. Questo l’sms che Arcangelo Martino, l’ex assessore socialista di Napoli che presentò Noemi Letizia al premier, arrestato con Flavio Carboni per le gesta del comitato d’affari post-piduista, riceve nel gennaio scorso da un altro della combriccola. Hanno appena preparato un falso dossier per screditare Stefano Caldoro, attribuendogli frequentazioni transessuali, in modo da bloccarne la candidatura a presidente della Campania del centrodestra, in favore di quella del sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

A far avere il dossier a Gianni Letta a Palazzo Chigi ci pensa lo stesso Cosentino, mentre a Berlusconi lo reca come una

Denis Verdini (AVATAR)

reliquia Denis Verdini, il coordinatore del Pdl che nella nuova P3 e nell’intera cloaca di materiale infetto delle cricche, nelle catene verticali di potere invisibili, secondo la definizione di Gustavo Zagrebelski, svolge il ruolo di tuttofare.

Favorisce nomine di burocrati senza titoli e senza scrupoli, pilota appalti, serve gli interessi degli imprenditori che vogliono dividersi la torta della ricostruzione a L’Aquila ed entrare nel business “in deroga” della Protezione civile di Bertolaso, partecipa alla designazione di magistrati ad alti incarichi, spinge commissari amici per la gestione dei beni culturali. L’asserita politica berlusconiana del “fare” virata nell’orgia del “malaffare”.Macellaio in gioventù, poi commercialista e soprattuttoda vent’anni presidente del Credito Cooperativo Fiorentino e di fatto socio di Riccardo Fusi, l’imprenditore super indebitato della Btp, da cui è nata l’inchiesta sulla Scuola dei Marescialli nell’area fiorentina di Castello posseduta da Salvatore Ligresti e al centro di un altro scandalo, Verdini in una telefonata di Angelo Balducci è definito “una bella figura di toscanaccio”. Egli stesso in un’intervista si accredita del ruolo di

Sandro Bondi (AVATAR)

“manutengolo del cameriere di Berlusconi”, cioè del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.

Entrambi di Fivizzano, un paesotto di settemila anime in provincia di Massa Carrara, dicono che non si conoscevano

Gianni Letta (AVATAR)

finché non sono approdati in Parlamento, dove hanno scoperto la corrispondenza d’amorosi sensi. L’uno grassoccio, liscio, curiale, cattolico, poeta e storico da bar che tentò, cadendo nel ridicolo, di paragonare la figura di Berlusconi a quella di Adriano Olivetti; l’altro massiccio, roco, laico e, nonostante le smentite, accreditato di far parte della massoneria, tanto che il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi lo sospettò di aver tramato contro di lui quando si candidò per essere confermato nella carica.
Entrambi sembrano usciti da un film di Monicelli, l’uno da “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”, l’altro da “Amici miei”. Li unisce naturalmente l’amore sconfinato per il Capo: “Il Cavaliere è unico al mondo”, disse Verdini in

Silvio Berlusconi (AVATAR)

un’intervista a Denise Pardo, aggiungendo subito: “Ma non vorrei si dicesse che oltre che massone sono gay”. Singolare ossessione omosessuale nel pressi della P3.

“Troppi massoni nel governo”, sentenziò invece Francesco Cossiga quando

Una rete invisibile tra nomine, appalti e pressioni. Dall'eolico ai Grandi eventi, tante trame, ma sempre con un ruolo decisivo.

Denis era ritenuto l’autore del nuovo Manuale Cencelli per spartire le cariche. E nell’ormai lontano 2003, anticipò quasi profeticamente che Flavio Carboni poteva essere considerato l’effettivo vice coordinatore di Forza Italia in Sardegna. Se ne è accorto Renato Soru, l’ex presidente silurato nel febbraio 2009 dalla Cricca delle 3M (Medici, Massoni e Mattoni) che governa a Cagliari: “A me la P3 in salsa sarda, che si salda perfettamente con quella nazionale, non ha attribuito storie gay come a Caldoro, ma da lungo tempo e ancora adesso sono oggetto di tecniche di delegittimazione e falsificazione della cricca del cemento, non diversa da quella dell’eolico, anche perché

L'eolico

bloccai tra l’altro la speculazione di Gualtiero Cualbu a Tuvixeddu. Mi denunciarono, ma ora sono loro indagati e ne vedremo delle belle sul fronte dei rapporti tra affari, burocrazie e magistrature amministrative. I falsi dossier naturalmente vengono veicolati dall’Unione sarda“.

Di chi è l’Unione Sarda? Di Sergio Zuncheddu, il costruttore socio anche del Foglio con Denis Verdini, che controlla altresì l’edizione toscana del Giornale della famiglia Berlusconi, che si dice sia prossimo ad essere ceduto ad uno stampatore torinese in società con la sottosegretaria Daniela Santanché e con l’ex reclutatore della P2 Luigi Bisignani, oggi uomo ombra dello staff di Gianni Letta a Palazzo Chigi. Ecco spiegata, in alternativa a quella della nuova loggia segreta, la teoria della inoffensiva bocciofila, che valse per Licio Gelli.

Licio Gelli

Oggi è diventata sul giornale diretto da Giuliano Ferrara la parabola di nonna Abelarda. La P3 di Flavio Carboni, Verdini e faccendieri di ogni specie, inoffensivi sfigati che non ne azzeccano una, vogliono proporre la nonna “come vincitrice del titolo di miss Mondo”.

Nella giunta sarda il governatore Ugo Cappellacci, selezionato a suo tempo da Romano Comincioli, detto Romi a casa Berlusconi, e dal “vice coordinatore” Carboni non c’è nonna Abelarda, ma nonna Ketty, che presiede agli Affari generali. Figlia di Armandino Corona, intimo di Ugo la Malfa, Gran Maestro della Massoneria all’epoca del caso Calvi-Ambrosiano, si narra che quando qualche anno fa il papà non era più in condizione di intendere e di volere fu lei a prendere in mano non solo gli affari immobiliari e sanitari, ma anche l’eredità massonica paterna. Altri tempi quelli in cui le donne non erano neanche ammesse nelle logge.

Il Circolo della Caccia in piazza Fontanella Borghese, la Trattoria da Orazio in via Porta Latina, Alvaro al Circo Massimo, dove era di casa Balducci con la banda della Ferratella: è una toponomastica complessa, nel centro di Roma, quella della nuova P3. Corridoi sicuri nell’appartamento romano sotto il Campidoglio di Denis Verdini, tutto damaschi, baldacchini e sedie cardinalizie. Non sarà raffinato come quello ceduto da Propaganda Fide a Bruno Vespa,

L' appartamento (AVATAR) di Bruno Vespa, dove l'altra sera hanno fatto allegra brigata Berlusconi, Letta, Casini, Geronzi, il cardinale Bertone e persino, presenza insolita e degna di qualche stupore, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi.

dove l’altra sera hanno fatto allegra brigata Berlusconi, Letta, Casini, Geronzi, il cardinale Bertone e persino, presenza insolita e degna di qualche stupore, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi.

Ma è lì, nei pressi del Campidoglio, che si sono nominati super burocrati, deliberate candidature di alti magistrati, come quella del presidente della Corte d’Appello di Milano Alfonso Marra, detto Fofò dall’ex giudice tributario

Alfonso Marra (AVATAR)

geometra Pasquale Lombardi, arrestato con Carboni, animatore del “Centro di Studi Giuridici per l’Integrazione Europea Diritti e Libertà”. Questa pseudo-loggetta organizza dotti convegni di magistrati, proprio come faceva negli anni Settanta, ai tempi dei pretori d’assalto, Giancarlo Elia Valori, ex piduista espulso da Gelli, che lo considerava un temibile concorrente. O magari Gran Galà a palazzo Brancaccio per festeggiare la nomina di Vincenzo Carbone (non Carboni) a primo presidente della Corte di Cassazione. Poi, tra quei damaschi, in questi anni si sono definiti appalti, compulsati 88 progetti di centrali a vento nell’offshore sardo, e gestite tante altre storie che la parabola di nonna Abelarda vuole semplici episodi di ordinarie lobby, di comitati d’affari un po’ squinternati.

Ma in fondo c’è del vero nella teoria di Ferrara, perché per il bollo di autenticità certificato di ogni operazione occorreva e

Giuliano Ferrara (AVATAR)

occorre salire a Palazzo Chigi, nell’ufficio di Gianni Letta, dove soltanto Bisignani può entrare senza bussare. I manovali, si chiamino Verdini, Bertolaso, Carboni o Cappellacci, spalano.

Palazzo Chigi, nell'ufficio (AVATAR) di Gianni Letta, dove soltanto Bisignani può entrare senza bussare. I manovali, si chiamino Verdini, Bertolaso, Carboni o Cappellacci, spalano.

Ma è lì a Piazza Colonna, dove Letta è assiso da un cinquantennio, prima a Palazzo Wedekind poi di fronte, a Palazzo Chigi, che si legittima l’oligarchia che infetta questa specie di democrazia. Tra denaro e protezioni, carriere e promozioni, immunità e privilegi.

Tangenti e mignotte, mica hanno impedimenti…

9 Lug

“Una serie indeterminata di delitti”

Per prima cosa, come dice Aldo Grasso: “grazie, Enrico Mentana”. Grazie per un tiggì all’antica, con scaletta, ma, soprattutto, con notizie.

Il mezzo miracolo di Mentana al Tg de La7→

Per seconda, un grazie a Gianfranco Fini, per il suo controcanto (forse l’unico in Italia).

Il  Nobel ad Internet, Gianfranco Fini VIDEO→

Il sospetto di Gianfranco Fini VIDEO→

Non ci basta, comunque. Il bordello Italia necessita di ben altro. La situazione,  se non fosse drammatica,  sarebbe ridicola:

ALDO BRANCHER.  Un Ministro della repubblica senza portafoglio e senza deleghe che si appella al Tg3, reclamando meno attenzione per se stesso “…suvvia, di domenica!” ed un po’ di più per la Nazionale di calcio sbattuta fuori dai Mondiali in Sudafrica.  Forse più che di legittimo impedimento dovremmo parlare di “impedito”, senz’altro aggiungere.

Le deleghe di Brancher VIDEO→

CLAUDIO SCAJOLA. Un Ministro della Repubblica che è, forse non penalmente, ma eticamente sì, imputabile: ricevere danaro da un imprenditore e faccendiere molto interessato agli appalti di Stato. Potrà mai questo signore (quello del “rompicoglioni “a Marco Biagi, ed anche quello del G8 di Genova, ed ancora quello dell’Alitalia con il Roma-Scajola-Roma) vivere con il sospetto che qualcuno gli abbia pagato una casa?

L’aereo di Scajola VIDEO→

GUIDO BERTOLASO. Un sottosegretario amico dello stesso imprenditore faccendiere, dal quale riceve appartamento e mignotte, in un curioso via vai di affitti pagati in segreto, di massaggi allo champagne.  Poi dopo, come si suol dire in italiano, anche indagato per i Grandi eventi:

11 febbraio 2010:

Il testo dell’ordinanza che ha portato agli arresti e nella quale Bertolaso è indagato. I magistrati parlano di “corruzione gelatinosa”. I rapporti con l’imprenditore Anemone.
Balducci e i suoi amici, la cricca degli appalti
Ville, escort, assunzioni e auto di lusso
Il capo della Protezione civile non disdegna i favori sessuali di una certa Francesca “Oggi pomeriggio sono libero… Verrei volentieri per una ripassata”

Bertolaso e la cricca VIDEO→

NICOLA COSENTINO. Un sottosegretario che i giudici ritengono di poter definire camorrista, tanto da richiederne l’arresto (naturalmente impossibile).

9 OTTOBRE 2008
Sistema Cosentino

Quattro pentiti accusano: il sottosegretario era al servizio dei boss casalesi. Ecco tutti gli affari del politico di Casal di Principe.
Con una holding di famiglia a cui avevano negato il certificato antimafia
09 novembre 2009
Richiesta una misura cautelare
La procura “Arrestate Cosentino”

Clamorosa svolta nella vicenda di Nicola Cosentino, il sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Pdl, attualmente in corsa come candidato presidente alla Regione Campania. Cosentino risulta indagato per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell’ambito di  un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

Nicola Cosentino, il commento di Roberto Saviano VIDEO→

L’operazione in atto, l’indipendenza dei tre poteri sta per saltare, i media (quelli non allineati) sono alle corde, gli editori, puri ed impuri,  minacciati, si va delineando, anzi, lo è già.  Per Giorgio Bocca non tornerà il fascismo, è già tornato in una forma peggiore

L’Italia berlusconiana, VIDEO→

La Costituzione è in pericolo, lo diceva Leonardo Sciascia nel 2007, la fotografa oggi, satiricamente, Antonio Cornacchione.

Leonardo Sciascia, la Costituzione VIDEO→

Antonio Cornacchione, l’articolo 21 sulla libertà di stampa VIDEO→

Il Senato della Repubblica è un luogo inutile, organo ratificante di decisioni già prese, snaturato, patetico. Non è più il cuore pulsante di un popolo, di una Nazione, di uno Stato

Una giornata al Senato VIDEO→

Ancora in italiano. Tutto questo mentre poi lo spettro della P2 sembra riapparire (che abbiano pagato solo i Rizzoli e Bruno Tassan Din?), e la cronaca di questi giorni, con Flavio Carboni, fa riaffiorare i nomi di Roberto Calvi, dell’Ambrosiano (quello vecchio, non questo nuovo), di Michele Sindona, delle Cinque famiglie di NYC, è una sinfonia pura. In un eolico crescendo di pal(l)e che girano, si ipotizza «Una associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti», anche c’è l’ipotesi che i signori Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi (Superloggia segreta) abbiano tentato di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale per influire sull’esito del giudizio relativo al cosiddetto Lodo Alfano che aveva introdotto la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Detto alla coatta:”Mamma mia comme sto!”

8 luglio 2010
EOLICO, CARBONI ARRESTATO.
GIP: “CON DELL’UTRI E VERDINI
RIUNIONI PER IL LODO ALFANO”
19 giugno 2010
Le grandi inchieste
La scia di sangue del caso Calvi

L’ombra della P2, arrestato Carboni ARTICOLO→

Il Giornale, fondato da Indro Montanelli da Fucecchio, è passato nelle mani di un bergamasco,Vittorio Feltri, quello che attacca, quello che chiede scusa ogni tanto, e che in questi giorni  insinua: “Cosa ha da nascondere il Presidente Giorgio Napolitano?”, fosse stato un pochettino più fine forse avrebbe scritto “Cosa avrebbe da nascondere il Presidente Giorgio Napolitano?”, ma tra escort, palle eoliche, Consulte, omicidi, rivolgimenti costituzionali, appartamenti al Colosseo ed aereoporti ad Albenga… non è chiedere troppo?

Intervista a Vittorio Feltri, che Napolitano indaghi VIDEO→

Silvio Berlusconi, anticomunista,  scopre oggi il  centralismo democratico, lo comunica in televisione, ad Italia 1, argomentando intorno al DDL Intercettazioni, che, definisce “sacrosanto”… con voce impostata, la stessa del suo spot pubblicitario.

Silvio Berlusconi, Intercettazioni legge sacrosanta VIDEO↓



Facciamoci un tour verso la strada delle manganellate di questa settimana, da Roma a Milano, con una guida turistica che sappia spiegarci tutto, anche e sopratutto se c’è responsabilità oggettiva, od i poliziotti sono solo nervosetti per la tredicesima?

Intanto, se ne avete il tempo e la voglia ripassatevi il “Come eravamo” di The Spilimbergo Post→